Sesso, bugie e sogni



"Come un sogno è spesso dimenticato al mattino, così un sintomo è spesso rimosso dal ricordo e dalla coscienza. Entrambi pagano la loro origine sessuale

(Ernest Jones)


Sia i sogni che i sintomi nevrotici sono una formazione di compromesso, in conseguenza al fatto che vengono prodotti dal rapporto di due opposte serie di forze. 

Una serie, la fonte reale del sogno o del sintomo, è composta da processi mentali sepolti e chiamati da Freud contenuto latente, che hanno una tendenza pronunciata, dinamica e volitiva. 

L’altra serie di forze che rappresenta la censura endopsichica consiste di varie inibizioni sociali ed etiche, il cui effetto è di impedire ai processi mentali che costituiscono il contenuto latente di giungere alla coscienza.

Questi processi sono costituiti da pensieri, desideri e impulsi di un tipo inaccettabile per la personalità cosciente e quindi vengono rimossi nell’inconscio.

Durante il colloquio psicoterapeutico il paziente ha una grande difficoltà ad ammetterne l’esistenza, qualche volta persino la possibilità che siano mai comparsi.

Il sogno o il sintomo sono quindi una presenza allegorica dei pensieri latenti. 

Questi pensieri non possono essere espressi direttamente e allora vengono accennati con delle circonlocuzioni, eufemismi e metafore del tutto analoghi a quelli che si utilizzano per accennare a temi proibiti in una società moralista. Ecco il significato delle deformazioni.

Quando il prodotto deformato viene scomposto nei suoi elementi, quando i processi mentali sottostanti vengono districati e il contenuto latente messo a nudo, ci si trova sempre davanti a un significato perfettamente definito e logico, espressione di una  natura intima e di grande importanza per la personalità del soggetto.

Qualunque possa essere l’apparenza superficiale di un sogno o di un sintomo, le sue cause fondamentali non sono mai insignificanti.

Tuttavia bisogna fare i conti con la tendenza a rimuovere e scordare sia il sogno che il sintomo.

Per quanto possa essere dettagliata l’anamnesi nei primi colloqui di una psicoterapia, in seguito regolarmente si trova che è incompleta e che molti dei sintomi primari sono stati ignorati o dimenticati dal/dalla paziente. Lo stesso vale per la durata del sintomo che il/la paziente sottovaluta frequentemente.

Di frequente si aggiunge anche quella che Freud ha chiamato elaborazione secondaria e cioè il ricordo del sintomo o del sogno perde la sua intensità, si deforma o si normalizza.

Diversi sintomi vengono spostati nel tempo, confusi gli uni con gli altri, addirittura proiettati su qualcun altro.

La storia di una nevrosi, messa a nudo dopo un’indagine prolungata, ha spesso un’apparenza assai diversa da quella incompleta (spesso banale) e  non corretta data dal/dalla paziente durante i primi colloqui.

L'autobiografia di una persona, alla verifica dei racconti nel corso di una psicoterapia, è spesso piena di bugie (più o meno consapevoli) che servono per coprire eventi di origine sessuale e aspetti nevrotici della personalità di cui la persona si vergogna o di cui ignora l'esistenza.