"Il principio fondamentale della vita sociale: le emozioni sono contagiose"
(Daniel Goleman)
1. Te stesso/a (auto-enunciazioni motivazionali);
2. Amici, colleghi e familiari disposti ad aiutarti;
3. Una guida emozionale;
4. Il tuo ambiente.
Per l'auto-motivazione esistono gli esercizi del Primo Giorno di Lavoro e della Migliore Giornata Lavorativa.
Esercizi
1) Il Primo Giorno di Lavoro:
- E' il primo giorno del mio nuovo impiego e ho ricevuto tutte le informazioni da chi mi ha preceduto in quel posto;
- Affronto i nuovi compiti con l'attenzione che una cosa nuova richiede e con il giusto entusiasmo per portarla a buon fine;
- Uso il Primo Giorno come risposta condizionata.
2) La Migliore Giornata Lavorativa:
- Immagino che questa sia la mia migliore giornata lavorativa;
- Immagino alcuni compiti che potrei assolvere in questa specifica giornata;
- Entro in contatto con l'ottimismo, l'entusiasmo e la sicurezza che provo in questo giorno;
- Uso la Migliore Giornata come risposta condizionata.
Muoviti!
Quando si fa attività fisica il sangue viene pompato più velocemente in modo che più sostanze nutritive vengano portate ai muscoli, agli organi e ad altre parti del corpo e il respiro si fa più frequente, in modo che una maggiore quantità di ossigeno arrivi alle cellule.
Quando ritorni alla scrivania dopo la passeggiata, oppure qualsiasi altra attività che implica un movimento, il corpo e il cervello sono stati riforniti degli elementi nutritivi di cui hanno bisogno. Ciò ti impedisce di provare sonnolenza e fa funzionare meglio il cervello.
Inoltre la ragione per cui ci sentiamo rinvigoriti dopo l'attività fisica è che questa stimola la produzione di endorfine (peptidi prodotti dal cervello con effetto oppiaceo; un peptide è un composto di amminoacidi legato tra loro da legami peptidici). Perciò ogni volta che senti la motivazione indebolirsi oppure l'energia calare, alzati e muoviti.
Il Mentore
Se pensi a una persona che ti piacerebbe avere accanto nella tua vita lavorativa, un eroe che ti ispira, allora questa è la persona da scegliere come mentore emozionale.
Questa persona dovrà diventare il tuo modello motivazionale, l'individuo a cui chiedere: “Che cosa faresti tu in questa circostanza? Come ti sentiresti in questa situazione?”
Esercizio
Usa al meglio il mentore emozionale:
1. Scegli come maestro di vita una persona che ti motivi in modo straordinario;
2. Scegli un momento motivazionale nella vita di quella persona e rivivilo spesso;
3. Richiama spesso alla tua mente la tua guida.
Come accade con le altre risposte condizionate, alla fine non dovrai più raccontare la storia che ti motiva: il fatto di nominare semplicemente il tuo maestro di vita, oppure di fissarti la sua immagine nella mente, farà da sprone alla tua motivazione.
La tua salute può esercitare un'influenza enorme sul livello di motivazione e lo stesso accade con l'ambiente.
Per ambiente si intende l'aria, la luce, i suoni e gli oggetti che sono propri del luogo di lavoro. Questi elementi devono contribuire il più possibile al tuo benessere, se vuoi concentrarti in modo ottimale e produttivo.
Per esempio l'aroma della menta piperita e del cedro aumentano la concentrazione e i livelli di energia; le ricerche della Takasago (fabbrica giapponese di fragranze) hanno dimostrato che il 54% delle persone al lavoro sui computer fa meno errori di battitura quando l'ambiente è profumato al limone, il 33% in meno col gelsomino, il 22% con la lavanda; oppure, è stato dimostrato che la musica di Mozart aumenta l'acutezza mentale.
La musica barocca con meno di sessanta battute al minuto può aiutare a stimolare la concentrazione. Nel 1982 Al Lawly della University of Oregon ha condotto una serie di studi per dimostrare come l'illuminazione possa influire sulle motivazioni.
Ha esaminato numerose persone depresse durante i mesi invernali, arrivando alla conclusione che la depressione era dovuta alla mancanza di raggi ultravioletti (UV) che colpiscono il lobo occipitale del cervello.
Questa sindrome è attualmente nota come SAD (Disturbo Affettivo Stagionale), facilmente curabile sedendosi sotto una fonte di luce ultravioletta.
Anche il colore è correlato alla luce e anche i colori influiscono sulla motivazione. Il rosso fa aumentare i battiti cardiaci, il verde e il blu calmano, il giallo facilita la creatività e l'energia.
Circondati di oggetti che ti siano di supporto motivazionale.
Un'immagine che riproduce il tuo mentore emozionale, oppure una frase ispiratrice, possono attivare la tua motivazione. Come gestire un ostacolo e creare un rilancio.
L'intelligenza emotiva ti fornisce una cassetta porta-utensili che ti permette di valutare un ostacolo (setback) e avviare un rilancio (comeback):
- Sintonizzati sui sentimenti e sulle interpretazioni;
- Usa dichiarazioni motivazionali rivolte a te stesso/a e dialoghi interiori costruttivi;
- Mantieni il senso dell'umorismo;
- Esercitati nel rilassamento;
- Impegnati in attività fisiche;
- Usa le tecniche per la soluzione dei problemi;
- Utilizza la tua squadra di supporto (te stesso/a, il tuo mentore, ecc.);
- Rivedi i tuoi traguardi e stabilisci nuove mete.
Sebbene la velocità con cui ci si muove in una situazione di setback e il modo in cui lo si fa siano propri di ciascun individuo, le fasi attraverso cui ogni persona passa sono comuni a tutti: incredulità, rabbia, desiderio di far tornare indietro il tempo, depressione, accettazione, speranza e attività positiva.
Pensa a tutte le interazioni con altri individui in cui ti trovi coinvolto/a durante una giornata di lavoro.
Queste interazioni a volte implicano delle trattative, riuscire a convincere, essere un/una leader, affrontare con risolutezza i contrasti, coordinare un lavoro di squadra.
La chiave per gestire questi rapporti, affinché siano di beneficio per tutte le persone coinvolte, è l'intelligenza emotiva.
Cinque sono le tecniche che ti garantiscono che un colloquio può concludersi in maniera positiva:
1. Auto-rivelazione: cioè dire con chiarezza all'altro ciò che pensi, che senti e che vuoi;
2. Sicurezza di sé: affermare le proprie opinioni, idee, esigenze e convinzioni nel rispetto di quelle degli altri;
3. Ascolto dinamico: sentire ciò che l'altro sta realmente dicendo;
4. Critica: esprimere in modo costruttivo le proprie idee e i propri sentimenti riguardo alle idee e alle azioni dell'altro;
5. Comunicazione collettiva: comunicare in un contesto di gruppo.
La chiave per l'uso dell'auto-rivelazione sta nell'ammettere che sono alcune precise esperienze a condurti ai tuoi pensieri, idee, sentimenti e che quindi questi sono tuoi e soltanto tuoi.
Comprendendo ciò non solo conferisci legittimità a pensieri, idee e sentimenti, riconoscendo che sono basati su qualcosa di concreto e personale, ma accetti anche che gli altri abbiano i propri pensieri, idee e sentimenti, basati sulle proprie esperienze e quindi per loro legittimi.
Sintonia sentimentale
Comunica ciò che senti con esattezza e fai attenzione a una cosa:
- La gente spesso confonde le dichiarazioni “io penso” o “secondo me”, con quelle “io sento”.
Esempi: “sento che questa cosa non è giusta”, “sento un carico di lavoro eccessivo” “mi sento sfruttato/a”. La confusione grammaticale indica una confusione tra i livelli dell'esperienza, il che può generare difficoltà nella comunicazione e ostacolare il raggiungimento di buoni risultati.
Restituendo la giusta collocazione ai contenuti dell'esperienza si migliora l'auto-rivelazione e l'efficacia della comunicazione.
Esempio: “Facendo due calcoli il mio lavoro è decisamente sotto-pagato, quindi penso che se ne stiano approfittando e mi stiano sfruttando, questo mi fa prima arrabbiare e poi deprimere, perché non ho soluzioni alternative”.
E' fondamentale non aspettarti che l'altro cambi il proprio atteggiamento in seguito alle tue rivelazioni.
Può darsi che lo faccia, ma non puoi certo aspettartelo. Limitati ad accettarti e essere in sintonia con i tuoi sentimenti, di rivelarli in modo esatto e di usare la sensibilità. E' inutile e penoso continuare ad arrabbiarsi con gli altri che non compiono il proprio dovere.
Usa dichiarazioni di intenzioni per far conoscere all'altro i tuoi desideri. Questo ti permette di capire meglio quali siano davvero le tue intenzioni, quali puoi dire agli altri e quali è meglio che tieni per te.
Queste dichiarazioni informano gli altri del perché delle tue azioni passate, presenti o future, chiarendo la sequenza e la comprensibilità degli eventi.
Nel contesto dell'intelligenza emotiva, queste dichiarazioni permettono agli altri di sapere che ti preoccupi di come recepiscono le tue azioni e dell'impatto che un'errata percezione potrebbe avere su di loro.
La sicurezza in se stessi è la capacità di affermare i propri diritti, opinioni, idee e convincimenti, rispettando nello stesso tempo quelli degli altri.
Contrariamente all'aggressività, che ignora la necessità altrui e all'inerzia, che trascura quelle personali, la sicurezza è un modo emozionalmente intelligente di soddisfare le proprie esigenze.
Esercizio
1. Documenta bene la tua posizione all'altro, rammentando i fatti rilevanti; qualche volta è necessario sottolineare o richiamare alla mente dell'altra persona le ragioni che determinano la tua posizione;
2. Ammetti di capire la posizione dell'altro, comunichi che hai ben presenti le sue esigenze, anche se hai idee diverse su come fronteggiarle;
3. Ripeti i tuoi concetti, il modo migliore per opporsi (se è necessario) è dimostrare che l'altro non può fare ciò che sta cercando di fare; ripetigli esattamente qual è la tua posizione, sii coerente e non alzare la voce;
4. Usa le dichiarazioni di sentimenti e di stati d'animo;
5. Documenta i motivi della tua posizione, specifica ciò che è ragionevole nella tua posizione e ciò che è irragionevole nella posizione dell'altro;
6. Sforzati di trovare un compromesso, il tuo scopo dovrebbe essere una reciproca soddisfazione, raggiunta con fermezza; non stai rinunciando al tuo punto di vista, ma vuoi dare all'altro qualcosa che lo faccia sentire soddisfatto del risultato;
Quando metti in pratica questi suggerimenti devi focalizzare l'attenzione su due importanti considerazioni: 1. sei consapevole dei messaggi che il tuo corpo comunica; 2. non cedi né all'aggressività né all'inerzia.
Ascolto Dinamico
E' un esercizio di intelligenza emotiva che introduce un alto grado di consapevolezza nel processo di comprensione, di riconoscimento dei pensiero dell'interlocutore e delle risposte.
L'auto-consapevolezza entra in gioco quando comprendiamo che spesso permettiamo ai nostri filtri personali di mascherare, o trasformare, le informazioni che riceviamo, impedendoci di cogliere l'aspetto emotivo che si nasconde dietro le dichiarazioni di un individuo.
- Il filtro della preferenza: in situazioni che generano ansia e rabbia, siamo propensi ad avvertire solo ciò che vogliamo. Per esempio solo le parti buone di un discorso se abbiamo bisogno di rassicurazione, solo le parti disastrose se vogliamo che la situazione collassi;
- Il filtro “chi”: ci impedisce di sentire ciò che è stato detto perché attribuiamo importanza a chi l'ha detto. Ciò che sappiamo, o crediamo di sapere, della persona che parla, fa sì che non riusciamo a percepire il vero messaggio. Il filtro “chi” funziona soprattutto in situazioni che contemplano persone con cui ci sono state esperienze negative o su cui si sono sentiti giudizi negativi;
- Il filtro dei fatti: qualche volta riusciamo a sentire solo i fatti e ignoriamo i messaggi emozionali. Non udendo il contenuto emotivo che l'altro cerca di comunicarci, non riusciamo a dare una risposta efficace;
- Il filtro dei pensieri devianti: qualsiasi sia la ragione, una mente distratta può essere d'impedimento più di qualsiasi altro filtro.
Esercizio
1. Riassumi le dichiarazioni di chi parla, questo ti permette di dire con parole tue quello che hai sentito e, ripetendo all'interlocutore quanto espresso da lui, gli dai la possibilità di rettificare eventuali malintesi;
2. Usa frasi di riscontro come “capisco”, “davvero?”, “vorrei sentire qualcos'altro in proposito”;
3. Riscontra le dichiarazioni di sentimenti con affermazioni che danno all'interlocutore la certezza che capisci la sua emotività e te ne preoccupi, tipo “so che tu...”;
4. Cerca di fornire segnali non verbali appropriati. Hanno lo stesso scopo delle frasi di riconoscimento, ma usano un linguaggio gestuale anziché le parole. Per mostrare all'interlocutore che ascolti e capisci benissimo, stabilisci un contatto diretto con lo sguardo, protenditi verso di lui/lei e annuisci.
In bocca al lupo!