"L'amore è un desiderio diventato saggio"
(Hermann Hesse)
Il desiderio definisce il soggetto nella sua singolarità più propria. Questo passaggio è cruciale nell'opera di Jacques Lacan in quanto, oltre all'operazione di ortopedia morale, sottolinea l’urgente differenza che ogni individuo porta con sé, la cifra della sua irripetibilità.
Delinea una dimensione etica: la riflessione sul rapporto coerente tra il giudizio morale del comportamento umano e la sua impossibilità a essere definito in base a regole valide per tutti e definibili una volta per tutte.
Desiderio è una parola centrale della teoria lacaniana.
La tematica del desiderio è utilizzata da Lacan in molteplici accezioni, la più importante delle quali probabilmente è la questione del desiderio come base costituente del soggetto.
Secondo l'autore alla base di ogni possibile definizione di cosa sia la soggettività in psicoanalisi vi è un punto fondamentale, quello della non coincidenza tra l’Io e il soggetto.
La nostra parte razionale, sede del pensiero e delle relazioni con l’esterno, non è il soggetto del nostro inconscio, ma è definibile come ciò che Lacan chiama una formazione immaginaria, ovvero una serie di identificazioni con varie figure nel corso della nostra vita.
Per comprendere questi passaggi teorici occorre vedere la teoria lacaniana dello Stadio dello specchio e i concetti di immaginario e di simbolico, nonché la differenza clinica tra il complesso di Edipo freudiano e la sua trattazione in Lacan.
Abbiamo avuto vicino i genitori, i fratelli, le persone che abbiamo frequentato a scuola e poi i modelli verso i quali, durante gli anni successivi, abbiamo proteso.
In termini filosofici la differenza tra l’Io, nucleo razionale (il Cogito di Cartesio) che Lacan indica col termine francese Moi e il soggetto dell’inconscio (il Sum di Cartesio), che Lacan indica col termine francese Je, potrebbe essere paragonata a quella esistente tra il man (impersonale) e il Mann (l’uomo autentico) di Heidegger.
Il cogito ergo sum cartesiano, spiega Lacan, unisce due termini (il cogito e il sum) che per loro natura non sono unificabili né sovrapponibili, in quanto tra pensiero ed essere c’è una scissione (Spaltung) che determina una ineluttabile divisione interna, una fenditura all’interno della soggettività umana – che Lacan definisce soggetto barrato ($).
Se la sostanza del Moi, che è una maschera adattiva delle relazioni sociali, è la somma di identificazioni che il bambino accumula fino all’età adulta e che gli fanno credere di essere qualcuno (credersi un Io, dice Lacan) la sostanza del Je è proprio il desiderio che quindi si configura come vero motore propulsivo dell’inconscio, nella più classica tradizione freudiana.
Se l’Io, il Moi, è strutturato come una cipolla (seguendo una suggestiva metafora di Lacan), ossia come una successione di strati identificativi con una immagine ideale, esso è dunque etero-fondato, cioè si forma attraverso l’assorbimento delle immagini degli altri nella nostra percezione psichica.
Al contrario il Je, ossia il soggetto dell’inconscio, può essere definito solo attraverso la cifra peculiare e assolutamente differente di ognuno di noi, cioè il desiderio, che è alla base dell'auto-fondazione della soggettività.
Quest’ultima costituisce lo scarto, la singolarità assoluta dell’essere umano.