"Ci sono due tipi di egoisti: quelli che lo ammettono, e poi gli altri"
(Laurence J. Peter)
Iper-funzionamento dell'ego, eccessive ingerenze super-egoiche sull'individuo e comportamenti egoistici contribuiscono a dar forma al narcisismo.
Il termine è abusato, ormai onnipresente, un pò generico e svuotato di senso.
Qui verrà sostituito con la sua motivazione comportamentale: la vanità, che spesso è una difesa contro la depressione e un tentativo di controllare la paranoia personale.
La sua forma è reattiva e la sua origine è traumatica.
La vanità ha bisogno di nutrirsi di fantasie avventurose (pericolo/erotismo) per allontanare lo spettro di una vita monotona e l'angoscia del tempo che passa. L’avventura si centra sulla condizione di pericolo.
Il pericolo è una complessa estraneità nei confronti della vita ordinaria, un temporaneo distacco dall’organicità degli eventi quotidiani.
Il configurarsi, come evento limite della vita consueta, non conferisce al pericolo solo i tratti dell’estraneo/estremo, ma anche una sensazione di intimità con la propria esistenza con la quale stabilisce una relazione di significato.
Accade anche nel sonno: prima l’esperienza onirica sembra estranea, poi nell’elaborazione successiva la relazione tra i segni oscuri e le tracce mnestiche istituisce una connessione significativa con l’esperienza dell’individuo.
Anche il giocatore inserisce il caso e il pericolo in una connessione di senso che dà al gioco, come al sogno, una collocazione nell’esperienza quotidiana.
La rilevanza del pericolo ai fini di un’analisi esistenziale si trova nella sua necessità misteriosa, nella sensazione che qualcosa di accidentale ed estraneo al corso ordinario della vita possa nascondere un senso.
Nel dialogo tra la vitalità e la sua forma che è la vita, intesa come compimento di senso, il pericolo è una quasi-forma, che si trova tra il flusso vitale e la forma cristallizzata.
Il pericolo è la forma più fluida che la vita può assumere e il gioco è la sua forma più sensata. L’istantaneo dissolvimento di una temporanea configurazione della vita.
Il pericolo è un’esperienza limite in cui emergono dal fondo dell’impossibile tutte le radici del possibile. Ponendosi al di fuori della continuità quotidiana, il pericolo rivela nel modo più radicale l’essenza dell’accadere, circoscritto tra il suo inizio e la sua fine.
Il desiderio del pericolo nasce insieme alla malinconia della coscienza della sua fine.
La fragilità dell’evento pericoloso che accoglie in sé la sua fine (prevedendo la morte) contiene anche l’elemento della sua perfezione.
Nell’attimo in cui si consuma il pericolo o anche solo lo si desidera, l’evento riceve una compiuta figurazione di senso e rivela la sua intima e irripetibile ragion d’essere.
Il pericolo, la malinconia, la fine sono le declinazioni del desiderio che il vanitoso utilizza per interrompere la frustrante insensatezza della sua depressione.
L’avventura, l’azzardo e l’eccesso sono i suoi comportamenti che traducono il desiderio in atti comunicativi e sociali, parti discrete di un più ampio tentativo antidepressivo, quello di arrivare a percepire un senso di sé e del proprio agire nel mondo.