Ti sei fatto male?

 



"Dimmi cosa temi e ti dirò cosa ti è successo"
(Donald Winnicott)


I sogni, le fantasie, alcune ansie apparentemente incomprensibili sono messaggi che l'individuo manda a se stesso da regioni della sua mente e della sua esperienza non immediatamente disponibili alla coscienza. 

I piccoli o grandi traumi quotidiani possono aprire varchi inattesi proprio verso quelle regioni remote e inaugurare viaggi onirici alla scoperta del proprio Sé.

M. aveva finalmente trovato una relazione stabile e la nuova vita di coppia procedeva bene tra affetto e progetti per il futuro.

Dopo qualche mese ebbe un incidente automobilistico, riportò solo qualche contusione alla gabbia toracica e la sua relazione cominciò a peggiorare insieme al ritorno della depressione.

M. metteva alla prova il partner per vedere se aveva intenzione di ferirla, questa era la prima relazione nella quale non veniva picchiata.

Gli esami radiologici dopo l’incidente non mostrarono fratture costali recenti ma, vicino alla zona dove era stata colpita, c’era però un callo costale che indicava una frattura pregressa.

M. non faceva espliciti collegamenti tra passato e presente nei suoi dialoghi in psicoterapia ma il suo linguaggio nascondeva dietro a elementi apparentemente banali un qualche segreto sul trauma.

"Il terapeuta deve sempre ascoltare le esatte parole della conversazione perché in esse ci potrebbe essere una storia nascosta" (Terr)

Gli stimoli del contesto che attivano il sistema traumatico possono essere determinati da quelli che Kohut chiama errori terapeutici.

Un esempio viene dall’attività clinica dello stesso autore che durante la terapia della signora F. scoprì che i propri silenzi provocavano una rabbia violenta e replicavano l’indifferenza di chi si era preso cura di lei nell’infanzia.

Kohut era convinto che il riconoscimento e l’elaborazione di questi momenti di errore fossero la parte più importante del processo terapeutico e potessero essere riconosciuti prestando attenzione ai dettagli minimi della conversazione terapeutica.

Ogni relazione significativa è il potenziale scenario per la comparsa della memoria traumatica che riprende corpo e si racconta nelle pieghe della comunicazione.

La genesi di questo sistema è nell’inevitabile espulsione che ogni legame originario prevede.

L’espulsione genera il trauma della vergogna e una successiva difesa da questo dolore.

Anestesia del dolore, negazione del trauma e un conseguente e inevitabile divieto di accesso al legame.

L’individuo successivamente e in modo inconscio ricercherà il trauma, riattiverà il dolore per risentirsi parte anche del legame originario.