Appunti sul debito inestinguibile dei figli

 





E se la maternità è l’incarnazione del sacrificio,
allora il destino di figlia è la colpa che non si potrà mai espiare?
(Milan Kundera)



C’è una forza nella cosa donata che fa sì che chi la riceve la ricambi” (Mauss)

Rimasto nel suo valore simbolico, il regalo è la parte di una persona che viene donata a un’altra.

Implica una relazione, evoca la necessità di una reciprocità e di un senso d’indebitamento.

Colui che riceve è in una condizione di dipendenza rispetto al donatore.

In alcune società primordiali attuali, come anche nell’Impero Romano, ricevere regali poteva e può essere pericoloso perché la sanzione dell’obbligo di ricambiare è la schiavitù per debiti.

Un sistema analogo di asservimento opera nelle famiglie in cui i genitori chiariscono sempre cosa hanno dato ai figli o a cosa hanno dovuto rinunciare per il loro bene.

Esiste anche una forma inconscia, rimossa e silenziosa di ricatto e asservimento che si esprime attraverso una genitorialità apparentemente gentile ma che (stranamente) fa sentire i figli ugualmente in colpa e debitori.

In particolare la madre costruisce un sistema di disponibile intimità e complicità eccitante.

Copre, agevola, sostiene i figli e tende ad allontanarli dal padre con una comunicazione triangolare e in parte segreta.

La percezione nel sistema familiare è che la madre si dà un gran da fare per tutti.

Gli sforzi del bambino per ripagare tutto questo non sono mai sufficienti.

Divenne tutta Mamma, asessuata, tutta maternità, che ci divorava e ci avvolgeva.

Eroica, combattiva per i suoi figli, lavoratrice, tutta sacrifici. E accumulò in noi un senso di debito, la sensazione che ci aveva consacrato alla vita in contrasto con l’egoismo di mio padre” (Anais Nin, Diario)

In queste condizioni i figli sviluppano nella vita adulta la tendenza alla colpa e la figlia femmina assume spesso un ruolo sacrificale nelle relazioni con gli uomini.

Quando ero sola mangiavo male per risparmiare e nella mia idea di amore come sacrificio tutto quello di cui avevo bisogno lo donavo. 
Gli scrupoli e il senso di colpa mi hanno fatto retrocedere per aiutare gli altri.
Ho fermato la ruota più grande e sono rimasta impigliata nei raggi” (Nin)