Riduzione fenomenologica dell'Io

 




"Sì la coscienza è uno specchio. Almeno stesse fermo, invece più lo fissi e più trema"

(Ugo Ojetti)



La coscienza è un'intenzione (Husserl) che ha rapporto con due tipi di oggetti: le cose reali, cioè le cose della percezione esterna o interna e gli oggetti ideali, cioè le essenze delle formazioni logiche.

Delle cose reali si ha un'evidenza inadeguata. 

La cosa esterna si percepisce nella sua corporea presenza e, tuttavia, è una percezione piena di ombre. 

La cosa è percepita solo per singoli aspetti. Intorno al percepito centrale c'è un orizzonte di altri elementi da apprendere che vengono anticipati da una regola precedentemente tracciata.

Le diverse percezioni in quest'orizzonte di determinazione della cosa s'incontrano nell'Io, dove la continuità della cosa si rivela in aspetti sempre nuovi.

Da ciò ne consegue che la percezione della cosa reale sia sempre essenzialmente inadeguata. 

Edmund Husserl ha due tipi di intuizione: la prima che consiste nella visione di una individualità empiricamente determinata; la seconda che s'identifica con la visione intellettuale di una essenza o di un rapporto di essenze.

Il divario incolmabile tra la cosa percepita e la cosa percepibile si risolve nella conseguenza che, al di là della cosa percepita, vi è sempre una cosa percepibile la cui compiuta determinazione non può mai essere raggiunta.

Il significato di trascendenza della cosa naturale è questo al di là del percepito.

Qualsiasi oggetto è soltanto un fenomeno all'interno della relazione intenzionale che la coscienza stabilisce col mondo.

La riduzione fenomenologica ha come presupposto e principio un Io puro che non è nel mondo ma è il fondamento del mondo.

Questo potrebbe far pensare a una riduzione del mondo a pura apparenza soggettivaMa di fatto, afferma Husserl, nella riduzione fenomenologica la realtà effettiva non è snaturata o negata. 

Il mondo stesso ha il suo essere e un suo senso, che presuppone una coscienza intenzionale, l'Io puro, come sfera di conferimento di quel senso.

La difficoltà d’interpretazione sta tutta nella necessità di dare un significato definito e non equivoco a questo conferimento del senso da parte della coscienza.

Husserl scarta l'idealismo soggettivo per cui l'oggetto o la realtà non sarebbero nulla all'infuori del senso che viene loro conferito dal soggetto. La sua analisi fenomenologica si limita a parlare del fenomeno che s’identifica con l'oggetto intenzionale.

Per Husserl l'oggetto intenzionale come unità di senso implica atti costitutivi della coscienza che conferiscono il senso che non viene comunque dissolto nella realtà assoluta del soggetto.

L'oggetto, il mondo, sono semplicemente ciò che ha senso in virtù dell'attività dell'Io. 

L'insieme degli atti della coscienza in virtù della loro struttura e della loro forma condizionano la maniera in cui è dato il correlato della coscienza stessa.