"La fantasia è costretta ad attenersi al probabile,
la verità no!"
(Mark Twain)
Ogni gruppo attende una comunicazione (esplicativa di accadimenti esterni) che introduca nel suo perimetro strutture, regole e una fisionomia delle sue appartenenze.
L'individuo contribuisce alla collettività gruppale e l'espressione della somma dei contributi definisce nuove qualità.
L'insieme dei contributi ritorna al singolo come forma amplificata dell'attitudine a partecipare e condividere.
Nel gruppo questi atteggiamenti raggiungono la soglia della percezione per effetto della proliferazione dei processi di auto-rappresentazione dell'individuo.
Nel gruppo questi atteggiamenti raggiungono la soglia della percezione per effetto della proliferazione dei processi di auto-rappresentazione dell'individuo.
Il membro del gruppo processa la sua esperienza tante volte quanti sono gli altri membri del gruppo, più uno: l'entità costituita dal nuovo insieme è il processo primario, iniziale e imprescindibile che consente il confronto e il dibattimento inter-soggettivo.
Nello scenario gruppale, l'intra-soggettivo (con il quale non intendo esclusivamente l'intra-psichico, ma anche e soprattutto l'intra-corporeo, riconoscendo al gruppo la capacità di attivare condizioni fisiche e fisiologiche, oltre a stati psichici connotati, che rendono il vissuto particolarmente riconoscibile) assume valore di luogo.
La definizione, che accoglie il pensiero che il soggetto possa diventare contenitore non del gruppo ma della gruppalità, esprime l'idea che il volume dell'intra-soggettivo funga da spazio-parlante.
Nell'etimologia incerta della parola luogo (forse dal latino locu) e dalla stessa incertezza sul termine latino locutus, che è la radice etimologica di locuzione, deriva il significato di un luogo che l'intra-soggettivo occupa nel gruppo e una sua identità locutiva: quella di produrre enunciati dotati di senso.
Il locutore (il parlante) è il luogo della gruppalità e il locus è la posizione fissa che occupa nel gruppo (locus, da locu, indica la posizione fissa che un determinato gene occupa sul cromosoma).
Il locutore (il parlante) è il luogo della gruppalità e il locus è la posizione fissa che occupa nel gruppo (locus, da locu, indica la posizione fissa che un determinato gene occupa sul cromosoma).
La sequenza dei locus, la con-catenazione degli eventi verbali e la definizione del ritmo in un tempo del gruppo, introduce la narrazione e il dialogo, intra-soggetto e inter-soggetto.
“Il legame associativo attraverso il quale si forma il gruppo si basa su due processi combinati: un processo di cooperazione nella realizzazione di un'intenzionalità collettiva; un processo di fissazione e di stabilizzazione dei contenuti di pensiero delle persone impegnate nell'azione collettiva, che crea un grado di sapere reciproco necessario al processo precedente” (Trognon, 1991).
Gruppo da groppo, nodo, derivati dal latino cruppa: insieme di cose o persone riunite, accostate una all'altra.
“Il legame associativo attraverso il quale si forma il gruppo si basa su due processi combinati: un processo di cooperazione nella realizzazione di un'intenzionalità collettiva; un processo di fissazione e di stabilizzazione dei contenuti di pensiero delle persone impegnate nell'azione collettiva, che crea un grado di sapere reciproco necessario al processo precedente” (Trognon, 1991).
Gruppo da groppo, nodo, derivati dal latino cruppa: insieme di cose o persone riunite, accostate una all'altra.
“La partecipazione alla vita di gruppo degrada l'individuo, rende i suoi processi mentali simili a quelli della folla, la cui brutalità, inconsistenza e irragionevole impulsività sono state il tema di tanti scrittori; tuttavia, soltanto con la partecipazione alla vita di gruppo l'uomo può diventare completamente umano, soltanto così può sollevarsi al di sopra del livello del selvaggio” (McDougall, 1920).