"Una madre che non si separa dalla figlia
ogni fine stagione,
non la ama veramente"
(O. Wilde)
"La madre si ama attraverso il figlio"
(F. Nietzsche)
La Natura e la Cultura modellano il cervello umano, promuovono capacità, abilità e delineano talenti e competenze.
La mente nasce dal corpo e dalla coscienza di sé, i desideri sono propensioni neurobiologiche e quindi i disturbi psichici implicano anche processi organici.
Natura e Cultura si fondono durante lo sviluppo psico-fisico e il confine tra organico e funzionale si dissolve in quel processo che viene indicato come plasticità esperienza dipendente.
Questa espressione indica che il cervello è strutturato e ristrutturato continuamente dalle interazioni con l’ambiente sociale e naturale.
Le ricerche scientifiche chiariscono sempre più nettamente la funzione di quelle componenti della costruzione del cervello stimolate dall’interazione madre-figlio (Cozolino).
Benché la maggior parte di ciò che sappiamo sulla plasticità sia stata scoperta in altre specie viventi (mammiferi), la conservazione evolutiva delle strutture e delle strategie degli individui consente di imparare molte cose sul cervello umano.
Può essere azzardato trarre delle conclusioni definitive sull’uomo partendo dallo studio degli animali ma si possono fare delle ipotesi da verificare, proporzionalmente al miglioramento delle tecniche d’indagine (Hofer).
Sappiamo che la connessione tra madre e figlio è un fattore determinante dello sviluppo e dell’adattamento del cervello.
In una situazione ottimale ognuno dei due è colpito dalla vista, dai suoni e dai movimenti dell’altro, ognuno dei due desidera imparare il linguaggio dell'altro, per riuscire a superare la distanza che li separa.
L’impatto della madre sul cervello del figlio è intenso e molto esteso; le interazioni precoci costruiscono reti neurali e segnano dei parametri biologici decisivi che influenzeranno il resto della sua vita.
L’importanza della relazione madre-figlio è contenuta nel proverbio ebraico che dice:
"Dio non poteva essere ovunque e perciò ha creato le madri."
Il cervello di una neo-mamma viene stimolato a cambiare e a crescere dalla nascita del figlio.
L’encefalo e altre parti del sistema nervoso, sono rimodellate da una nuova combinazione di ormoni, collegata alla gestazione e dall’intensa stimolazione sensoriale ed emotiva che il neonato le offre.
La semplice vista del volto materno per il neonato comporta l’innesco di alti livelli di oppioidi endogeni, responsabili degli aspetti piacevoli delle interazioni sociali, i quali agiscono sui centri di ricompensa sottocorticale.
La stimolazione positiva ed eccitante da parte della madre innesca la produzione del fattore di rilascio di corticotropina (CRF) nell’ipotalamo del bambino, attivando il sistema nervoso simpatico.
Il CRF, che controlla la produzione di endorfina e dell’ACTH (ormone adrenocorticotropo) nell’ipofisi anteriore, stimola la produzione di dopamina.
I cambiamenti biologici si correlano con stati intensi di eccitazione e di euforia nel bambino, durante le interazioni con la madre.
Ad un livello più centrale, questi neurotrasmettitori sono implicati nella regolazione di energia metabolica del cervello, nella maturazione della corteccia e del sistema limbico (Cirulli; Schore).