"Le ferite di una persona che medita vendetta
sanguineranno sempre"
(Sir Francis Bacon)
La fissazione fondamentale del deviante sociale e del narcisista antisociale riguarda l'oggetto d'amore idealizzato e la tendenza a un transfert patologico con quest'oggetto della sua costellazione affettiva.
Intorno a questo desiderio nascosto di un oggetto idealizzato si creano gli strati della personalità deviante che non solo negano il desiderio ma lo portano a dichiarare il suo disprezzo per tutti i valori e gli ideali.
Per il deviante così come per il narcisista patologico c'è un iper-investimento difensivo del Sé grandioso acquisito dopo una dolorosa delusione data da un oggetto idealizzato o dopo la sua perdita.
L’ostentazione di attività onnipotenti e senza limiti e l’orgoglio del deviante per la sua capacità di manipolare spietatamente il proprio ambiente, servono a sostenere le sue difese contro la presa di coscienza del suo desiderio di un oggetto-Sé idealizzato perduto.
Contro il vuoto e la mancanza di autostima che sopraggiungerebbero se dovessero interrompersi le parole e le azioni del Sé grandioso deviante, il narcisista antisociale istituisce regole di seduzione e forte convinzione personale, pensieri rigidi e stereotipati, oltre un corollario culturale fatto di nostalgie e bellezze lontane.
Se lo psicoterapeuta con il suo lavoro volesse offrirsi a un paziente deviante o antisociale come figura ideale portatrice di un mondo di valori, non verrebbe accettato.
August Aichhorn fu un abile psicoanalista che, con la sua particolare comprensione dei pazienti devianti, riuscì a offrirsi in un primo momento dell’analisi come un’immagine speculare del Sé grandioso, per poi procedere in una velata mobilitazione degli investimenti idealizzati verso un oggetto-Sé idealizzato, senza disturbare la necessaria protezione del Sé grandioso creato in funzione difensiva.
"Una volta che si sia stabilito un legame tra paziente narcisista e psicoterapeuta e che si siano mobilitati gli investimenti idealizzanti, diventa possibile iniziare un processo di elaborazione e si può realizzare uno spostamento graduale dall’onnipotenza e dall’invulnerabilità del Sé grandioso all’onnipotenza e all’invulnerabilità di un oggetto idealizzato e alla necessaria dipendenza terapeutica da esso" (Kohut).