Correlazioni tra vulnerabilità allo stress e tono vagale

 


"Pensare è adattarsi"

(Paul Valéry)



Il Sistema Nervoso Autonomo (SNA) ha molte responsabilità da un punto di vista fisiologico perché deve regolare la pressione sanguigna affinché il cervello sia raggiunto da un flusso sanguigno ottimale. 

Inoltre, monitora i gas del sangue e se ci sono variazioni nell’ossigeno e nell’ossido di carbonio, si attivano immediatamente dei parametri cardio-polmonari grazie alla modulazione neurale diretta del cuore, del tono vasomotorio e dei polmoni. 

Durante il processo di regolazione cardio-polmonare, il SNA controlla anche la digestione e il metabolismo e le sue azioni sono importanti per dare supporto alle funzioni vitali ergotropiche (lavoro) o trofotropiche (crescita).

Il sistema vagale è molto importante per la regolazione sia dei processi ergotropici sia di quelli trofotropici. 

Aumenti del tono vagale non solo implicano un aumento dell’output metabolico, ma anche una modulazione dei polipeptidi digestivi e della motilità gastrica. 

Il vago è inoltre importante nella facilitazione dei processi trofotropici. 

Il vago ha effetti inibitori diretti sull’eccitazione del simpatico del miocardio.

Inoltre, il sistema limbico, che gli psicofisiologi considerano come un modulatore dell’arousal del SNA attraverso l’eccitazione del simpatico, ha un’influenza inibitoria diretta sulle cellule che danno origine al vago. 

Le regioni del tronco encefalico che controllano gli efferenti del vago agiscono per provocare un tono vagale più forte, mantenendo dunque gli stati trofotropici, o facilitano la diminuzione del tono vagale per permettere un’immobilizzazione immediata dell’organismo.

La ricerca sulle altre specie dimostra che il tono cardiaco vagale cresce nel corso dello sviluppo (Larson e Porges).

Di fronte a questo aumento del tono vagale aumentano anche azioni di esplorazione e di autoregolazione. Negli studi sui neonati un tono cardiaco vagale elevato è associato con una memoria migliore del riconoscimento visivo.

Porges e DiPietro hanno esplorato nei prematuri la relazione tra tono vagale cardiaco e la reattività comportamentale durante l’alimentazione artificiale. 

Le differenze individuali del tono cardiaco vagale correlano con la reattività comportamentale al metodo utilizzato per l’alimentazione artificiale tramite sondino. 

Allo stesso modo, Huffman e colleghi hanno osservato che i neonati di tre mesi con un tono cardiaco vagale elevato si abituano più velocemente a stimoli visivi nuovi e mostrano una migliore capacità di attenzione sostenuta rispetto a quelli con un tono cardiaco vagale basso.

Grazie alla possibilità di monitorare il tono cardiaco vagale attraverso l’ampiezza dell’Aritmia Seno Respiratoria (ASR) Porges e colleghi sono riusciti a ottenere una valutazione accurata dei meccanismi vagali e della relazione tra il tono vagale e la reattività autonomica. 

Gli studi che hanno usato l’indice del tono vagale sostengono l’ipotesi che il tono vagale sia un buon indicatore dello stress e della vulnerabilità allo stress. 

Porter e allievi hanno dimostrato una sospensione massiva del tono cardiaco vagale in neonati sani durante la circoncisione. 

I neonati con un tono cardiaco più alto mostravano non solo maggiori accelerazioni della frequenza cardiaca, ma anche minori frequenze di pianto durante le procedure chirurgiche. 

Porter e Porges hanno dimostrato in neonati prematuri che differenze individuali nel tono cardiaco vagale erano correlate alle risposte della frequenza cardiaca durante procedure di punture lombari.