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"V per Vendetta" di James McTeigue - 2005 |
"La storia d'amore ideale
si svolge per posta"
(George Bernard Shaw)
Nei processi di scissione precoce che avvengono
nell’infanzia bisogna distinguere tra oggetto buono e oggetto idealizzato.
Il referente interno affettivo dell’individuo che è
l’oggetto, quando subisce una scissione molto profonda non si separa in oggetto
buono e oggetto cattivo, ma in oggetto idealizzato e oggetto distruttivo.
Questa scissione profonda avviene perché l’oggetto buono non
è ben radicato nell’individuo.
Quando il radicamento avviene invece con successo l’odio può
essere addolcito dal legame stabile e l’identificazione con qualcosa di buono
rafforza l’Io, lo mette in grado di conservare la sua identità e di avere la
sensazione di possedere una bontà sua propria.
I bambini in grado di stare dentro un legame buono, grazie a
una stabilità interna dell’oggetto, avvertono raramente il bisogno di
idealizzare quanto quelli che hanno spesso impulsi distruttivi e angosce
persecutorie.
L’idealizzazione eccessiva indica una spinta proveniente
dalla persecuzione.
“L’oggetto idealizzato
è molto meno integrato nell’Io dell’oggetto buono, perché è originato più
dall’angoscia persecutoria che dalla capacità di amare” (Klein M., 1969).
La prima idealizzazione nasce da una sensazione innata che debba esistere da qualche parte un oggetto
estremamente buono, probabilmente derivante dalle esperienze simbiotiche
intrauterine. Ne segue un intenso desiderio di possederlo e un forte sentimento
d’invidia, perché se questo oggetto perfettamente buono non è a disposizione,
apparterrà a qualcun altro.
La costituzione di un oggetto buono interno sicuro e stabile
permette di percepirne la bontà anche quando affiorano i difetti.
Se l’oggetto interno non è stabile si tenderà a costruire
relazioni idealizzate, esposte al crollo quando il loro funzionamento non
rispecchierà più l’ideale.
Spesso la persona che era stata idealizzata, dopo il crollo,
verrà percepita come un persecutore e questo dimostra l’origine
dell’idealizzazione come contrapposto della persecuzione.
“In ogni momento della
vita, sotto la pressione dell’angoscia, può essere scossa la fiducia
nell’oggetto buono, ma solo l’intensità e la durata di questi stati di dubbio e
di persecuzione a determinare se l’Io è capace di reintegrare e reinsediare con
sicurezza i suoi oggetti buoni” (Klein M., 1969).