"L'anima fortunatamente ha un interprete,
spesso inconsapevole, ma fedele: lo sguardo"
(Charlotte Bronte)
Il grado di carica energetica degli occhi di una persona è una misura attendibile della forza del suo Io.
Un individuo con una personalità ben radicata nella realtà ha la capacità di guardare dritto negli occhi gli altri e sostenere il loro sguardo. Il suo rapporto autentico con la realtà gli dona sicurezza.
Guardare è una forma espressiva di sé, in quanto nel rapporto con l’ambiente l’individuo proietta se stesso, s’identifica e comunica i suoi stati intimi.
"È sorprendente quanto nelle discussioni cliniche sulla personalità si parli così poco degli occhi" (Lowen)
"È sorprendente quanto nelle discussioni cliniche sulla personalità si parli così poco degli occhi" (Lowen)
Per la comprensione del rapporto fra occhi e personalità bisogna mettere in relazione lo sguardo con i diversi tipi di carattere.
Ogni struttura di carattere ha uno sguardo tipico che può venire sempre percepito dall’osservatore e che è così comune da poter servire come criterio diagnostico.
L'attendibilità dello sguardo risiede nel fatto che il soggetto raramente ne è consapevole, per cui non interviene per correggerlo o camuffarlo, come può fare per altri segnali corporei che il proprio carattere modella.
Questo è certamente vero per lo schizofrenico i cui occhi hanno uno sguardo lontano.
Wilhelm Reich lo descrisse come lo sguardo di una persona che è via o che può andare via.
Gli sguardi associati ai diversi tipi di carattere non sono continuamente presenti nel soggetto e uno sguardo occasionale non è significativo ai fini diagnostici.
Quello che ci interessa è lo sguardo tipico, cioè lo sguardo/espressione che il soggetto assume quando sa di non essere guardato o quello che compare naturalmente in particolari condizioni emotive.
Carattere schizoide: lo sguardo tipico può venire descritto come vuoto e inespressivo. È l’assenza di sentimenti negli occhi che caratterizza questa personalità. Nello sguardo di un soggetto schizoide si percepisce immediatamente la mancanza di contatto.
Carattere orale: lo sguardo tipico è supplichevole, una supplica di amore e di appoggio.
Può tentare di essere mascherato da un atteggiamento di pseudo-indipendenza, ma emerge abbastanza spesso da distinguere questa personalità.
Carattere psicopatico: due sono gli sguardi tipici di questa personalità, che corrispondono ai due approcci o atteggiamenti psicopatici.
Il primo è lo sguardo esigente o penetrante degli individui che hanno bisogno di controllare o dominare. I loro occhi fissano gli altri quasi a volergli imporre la propria volontà.
Il secondo è lo sguardo dolce, seduttivo o affascinante che adesca la persona a cui è diretto e la induce ad arrendersi all’individuo psicopatico.
Carattere masochistico: lo sguardo tipico è di sofferenza o di dolore, che spesso però è mascherato da un’espressione di confusione.
Il masochista si sente in trappola ed è più in contatto con questo sentimento che con il senso di sofferenza che lo sostiene.
Nella personalità sadomasochistica, cioè in quegli individui che hanno nella loro costituzione una forte componente sadica, gli occhi sono piccoli e duri.
Ciò può essere interpretato come un rovesciamento dell’occhio masochistico normale, che è dolce e triste.
Carattere rigido: in genere questa personalità ha degli occhi forti e brillanti.
Tuttavia quando la rigidità è marcata la forza diventa durezza, senza perdere la luminosità.
La durezza è una difesa contro la tristezza che si nasconde sotto la superficie del carattere rigido e che è legata al senso di frustrazione in amore.
A differenza del carattere masochistico, l’individuo rigido compensa la frustrazione con un forte atteggiamento aggressivo che dona vivacità sia ai suoi comportamenti che ai suoi occhi.
La caratteristica trasversale che modella molti sguardi è la fissazione di un sentimento di paura.
Gli occhi sono più spalancati del normale e trasmettono un senso d’insicurezza all’osservatore o allarme.
Il soggetto che ne è portatore di solito non è più consapevole della propria paura perché l’ha rimossa, ma il mondo reagirà continuamente a quella paura.
