"La fragile bellezza del mondo è fatta di gioia e angoscia
e spezza il cuore in due"
(Virginia Woolf)
In una vita piena di stimoli, esposta continuamente a fonti di stress, l’organismo tende a fare confusione nell’interpretare i segnali interni al corpo.
L’angoscia può essere scambiata per un’attivazione eccitante e viceversa.
La capacità di riconoscere la corretta natura degli stimoli è uno dei compiti principali dell’introspezione e una pratica fondamentale per rimanere ancorati alla realtà e non cedere spazio al proprio delirio.
L’angoscia è un sintomo nevrotico, si può non avvertirla pienamente in quanto rimossa, ma si manifesterà sotto forma di irrequietezza, aumento del ritmo cardiaco o respirazione affannosa.
"L’angoscia è l’esperienza di provare difficoltà nel respirare durante qualsiasi eccitazione bloccata" (Perls)
Cercare di immettere più ossigeno nei polmoni immobilizzati dalla contrazione muscolare della cavità toracica è il conflitto tipico del nevrotico.
Il termine eccitazione indica la mobilitazione di energia per un interesse particolare o un contatto fisico, sia esso erotico, aggressivo, creativo.
Nell’eccitazione c’è sempre un brusco aumento nell’intensità del processo metabolico di ossidazione delle sostanze nutritive immagazzinate e quindi un bisogno immediato e imperioso di più aria.
L’organismo sano risponde in maniera semplice aumentando ritmo e ampiezza della respirazione.
Il nevrotico tende invariabilmente a controllare l’eccitazione e intervenire sul processo respiratorio. Egli cerca di creare l’illusione di essere freddo, di rimanere calmo e distaccato, autocontrollato.
Invece di intensificare spontaneamente la respirazione, egli deliberatamente cerca di respirare nello stesso modo di prima; cioè, prima che si verificasse l’eccitazione accompagnata dall’aumentato ritmo di ossidazione.
Poi, suo malgrado, restringe il petto per forzare la respirazione e sbarazzare i polmoni dell’anidride carbonica (prodotto secondario dell’ossidazione) creando così un vuoto che richiami altra aria.
L’angoscia (termine derivante da angustia, ristrettezza) si verifica con la costrizione involontaria del petto. Si sviluppa in tutte le situazioni, nevrotiche o meno, in cui l’organismo viene privato dell’ossigeno adeguato.
L’angoscia pertanto non è di per sé un sintomo nevrotico, ma si manifesta nella nevrosi come una misura di emergenza prodotta dal conflitto tra l’eccitazione forte e l’autocontrollo eccessivo.
L’angoscia e la paura vanno distinte. La paura viene sperimentata nei confronti di qualcosa di spaventoso nell’ambiente, che deve essere affrontato o evitato. L’angoscia è un’esperienza interna-organica che non ha riferimento diretto a oggetti esterni.
L’eccitazione prodotta dalla paura, se repressa, dà luogo all’angoscia; ma ciò è valido anche nel caso della repressione di qualsiasi altra eccitazione.
È vero che molte situazioni fanno sorgere paura, ma una persona che cerca di apparire forte non desidera rivelare la paura ansimando o affannando, ciò stabilisce una connessione stretta tra la paura e l’angoscia.
