Regolazione reciproca

 



"Essere amati costituisce un fattore talmente positivo
da giustificare la rinuncia ad altri vantaggi"
(Sigmund Freud)



L’esperienza interiore si organizza nel contesto interattivo. Ciò avviene sin dalla nascita.

Nelle prime settimane di vita il bambino gestisce il mantenimento degli stati di veglia e sonno e la transizione da uno stato all’altro, raggiunge un’organizzazione giorno-notte e un modello temporale prevedibile nel ciclo delle ventiquattro ore.

Esiste un complesso rapporto tra autoregolazione del bambino e il modo in cui madre e bambino gestiscono insieme le transizioni di stato del bambino.

L’esperienza interiore esiste sin dalla nascita e si consolida grazie all’esperienza di stati ricorrenti riconosciuti dal bambino.

L’esperienza interiore si forma a partire da una sequenza prevedibile di attivazione, risveglio, allattamento, spazio per il gioco e così via.

Col tempo l’esperienza interiore si va più o meno organizzando nel contesto interattivo in cui avviene la regolazione di stato.

Quando il bambino vede più o meno corrisposte le sue aspettative su come andrà la regolazione interattiva, diviene consapevole (a livello pre-simbolico) del proprio stato.

Maggiore sarà la regolarità con cui si succederanno questi stati, tanto più il bambino ne sarà consapevole.

In funzione della particolare qualità e del successo della regolazione reciproca, il sistema bambino-caretaker facilita o limita l’accesso del bambino al proprio stato, la capacità di organizzarlo attivamente, la sua valutazione e la capacità di usare questa coscienza per organizzare il proprio comportamento.

La sequenza prevedibile e attesa di eventi e stati interiori sviluppa la capacità di essere consapevoli, di essere in contatto col contenuto di questa consapevolezza e dell’uso che se ne può fare, oltre che dei sentimenti vissuti a riguardo.

La potenziale patologia del sistema va ricercata nella crescente incapacità del bambino di essere consapevole del proprio stato e di essere guidato da questa consapevolezza per cambiarlo di propria iniziativa, in sostanza la patologia è l’interferenza nell’esperienza di controllo del proprio stato.