Il carattere nei flessori

 






"L'ansia è lo spazio tra l'ora e il poi"
(Richard Abell)



La paura e l'ansia corrispondono all'irritazione dell'ottavo nervo cranico, che è collegato all'orecchio.

Anche l'equilibrio del corpo e le risposte alla sensazione di caduta percorrono lo stesso nervo.

Le vertigini ricorrono in quasi tutte le nevrosi di una certa gravità. 

Le vertigini sono un segnale di pericolo e compaiono quando impulsi conflittuali non riescono a stare insieme e trovare compromessi psicosomatici. 

L'ansia si è formata a partire da una serie condizionata di riflessi che costituisce la risposta innata alla caduta

Anche una minima eccitazione del ramo vestibolare del nervo uditivo è accompagnata da un aumento di tono dei muscoli flessori, da un arresto del respiro e da un'accelerazione del polso. 

Lo stimolo della caduta produce una perturbazione che mette in azione tutti i riflessi di raddrizzamento del corpo. Le sensazioni di paura e ansia sono smorzate dalla contrazione dei muscoli addominali.

Il corpo che cade contrae i muscoli flessori per impedire alla testa di sbattere contro il terreno e per rafforzare la colonna vertebrale inarcandola. 

Questo atteggiamento offre la miglior protezione possibile e infonde un senso di sicurezza. 

La contrazione muscolare, controllabile con la volontà, dà un senso di potere e di controllo sulle sensazioni e sulle emozioni. 

Ripetuti turbamenti emotivi condizionano il bambino ad adottare atteggiamenti che gli procurano un senso di sicurezza e gli permettono di alleviare l'ansia. 

Questa sicurezza passiva è indotta dalla contrazione dei muscoli flessori e dall'inibizione degli estensori. 

Le persone che soffrono di disturbi emotivi inibiscono i muscoli estensori. A lungo andare ciò diventa abituale e passa inosservato, ma finisce per influenzare l'intero carattere. 

Gli estensori parzialmente inibiti si indeboliscono, l'articolazione dell'anca si flette e il capo sporge in avanti. 

Il rinforzo a questo atteggiamento è che il capo sporgendo in avanti assume anche significato di sfida e quindi di negazione della paura. 

Le gambe ritratte danno alla camminata un carattere di leggerezza e incertezza, dovuto alla contrazione dei muscoli dell'anca che sollevano parzialmente la parte posteriore del piede. 

L'individuo, in questo modo, è incastrato tra l'essere spaventato e negare di esserlo, in una condizione che Alexander Lowen chiamerebbe fissazione o dell'appeso (hang-up).      

"Per chi è malato il mondo perde la sua fisionomia perché diminuisce il dialogo tra corpo e mondo grazie al quale le cose si caricano delle intenzioni del corpo e il corpo raccoglie i sensi che sono genericamente diffusi tra le cose. 
A far senso non è più il mondo ma il corpo che la malattia trasforma da soggetto di intenzioni a oggetto d’attenzione" (Galimberti)