"L'amicizia è come il caffè freddo, anche se riscaldato non torna più al suo sapore originale"
(Immanuel Kant)
Un numero crescente di storie, raccontate in terapia, narrano di relazioni nelle quali la componente masochistica occupa uno spazio considerevole.
Per il masochista l’incontro con il dolore è l’incontro con il genitore cattivo/frustrante, che l’ha fatto sentire il figlio espulso dalla famiglia, dalla familiarità, non riconosciuto o deludente.
Questo genitore non dev’essere stato necessariamente reale, può anche essere solo l’incarnazione di un vissuto che il figlio ha avuto nelle sue prime relazioni all’interno della famiglia.
I fallimenti nella sintonia della coppia genitore/figlio possono creare un fantasma interno terrificante, il negativo dell’amore.
Il masochista attende e cerca l’incontro in una condizione di piacere anticipatorio amplificato dall’ansia.
Il piacere dell’atmosfera pre-orgasmica e l’ansia dell’attesa della punizione creano una miscela di intensa pressione eccitante, di una qualità così totale che ogni piacere di diversa natura ne è solo una pallida riedizione.
Il masochista diventa lo schiavo di questa intensa tirannia del piacere, il fruitore dipendente e colluso di un premio finale, il piacere cattivo, in cui vivrà un delirio autolesivo onnipotente di ricongiunzione col genitore cattivo e non disponibile, che finalmente ha conquistato e potrà avere tutto per sé, anche se solo per l’attimo di una sensazione fugace e intensissima.
Il masochista è un poeta degli attimi. Momenti perfetti di cui diventa un feticista.
La sua vita diventa un progetto minuzioso di costruzione di questi attimi perfetti, divini nel loro piacere.
Il masochista è il figlio abbandonato che riesce a stare col genitore abbandonico per il tempo ristretto di un caffè (amaro) e nel berlo si brucia le labbra per l’eccitazione di essere lì, stordito e commosso.
Cerca e produce il massimo da quell’unico incontro immaginifico, quindi non bisogna perdere tempo: niente sorrisini di circostanza, gentilezze, formalità, meglio litigare e tirare qualche schiaffo.
Agire la rabbia o esserne l’oggetto.
Più intenso sarà l’incontro, più sarà memorabile nel suo ricordo.
Il masochista è una persona che vive nel passato, un romantico nostalgico di intensi attimi assoluti. Egli sopporta il dolore perché non è mai effettivamente lì.
Nella fantasia masochista il suo oggetto d’amore è sfuggente e non disponibile e allora deve catturarlo con la disponibilità alla punizione, ciò che ne riceverà sarà una sensazione iper-concentrata di colpa, espiazione, estasi, perdono, fusione, rigenerazione.
Cosa chiedere di più da un solo appuntamento?
