Il proibito e l'inibito

 




"Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia"
(C. G. Jung)



"Sigmund Freud arrivò a una visione rivoluzionaria dell’attività onirica" (Pontalis)

Per il padre della psicoanalisi il linguaggio onirico è l’espressione di pressioni inconsce che cercano di risalire alla coscienza. 

Tali pressioni istintuali possono però realizzarsi solo in modo mascherato, dato che in genere si tratta di desideri proibiti non ammessi all’Io, esaudibili solo in modo allucinatorio.

L’interpretazione deve rivelare proprio quest’aspetto clandestino e latente.

Il problema dello stimolo organico come fonte onirica fu ripreso da Freud varie volte nella sua opera fondamentale L’Interpretazione dei Sogni:

"Se diamo per accettato che l’interno del corpo può dar luogo agli stimoli del sogno in condizioni patologiche e se ammettiamo che la psiche, estraniata dal mondo esterno durante il sonno, può rivolgere all’interno dell’organismo un’attenzione maggiore, risulta ovvio ammettere che gli organi non hanno bisogno d’ammalarsi per dare origine a eccitamenti che, giunti alla psiche dormiente, si trasformeranno poi, in un modo qualsiasi, in immagini, oniriche. Questa è la teoria sull’origine del sogno prediletta da tutti gli autori medici"

Nello stesso capitolo aveva già ricordato il pensiero di Tissiè, il quale aveva affermato che gli organi malati conferiscono al contenuto onirico un’impronta caratteristica (i malati di cuore ad esempio, fanno sogni brevi, con morti improvvise e carichi di angoscia, i tubercolotici invece riportano sogni di soffocamento, di mischia o di fuga).

"Di notte, cessato l’effetto assordante delle impressioni diurne, quelle che emergono dall’interno dell’organismo riescono ad attirare su di sé l’attenzione della psiche che trasformerà gli stimoli in figure che occupano lo spazio e il tempo, che si muovono sul filo conduttore della causalità" (Schopenhauer)

Freud torna sull’argomento nel 5° capitolo, dove distingue tre tipi di fonti somatiche di stimolo: gli stimoli sensoriali oggettivi provenienti da oggetti interni, gli stati di eccitamento interno degli organi di senso e gli stimoli somatici provenienti dall’interno del corpo.

Ribadendo la diffusa accettazione di quest’impostazione, Freud cominciò a metterla in discussione, almeno come unica teoria capace di spiegare le origini del sogno. 

Cita gli studi di alcuni autori (Culkins e Burdach) i quali affermano che, nello stato di sonno, esiste non tanto un’incapacità a interpretare gli stimoli sensoriali, quanto una mancanza d’interesse per essi.

Seguendo l’opinione corrente del tempo, Scherner aveva cercato d’individuare le attività psichiche che fanno sorgere dagli stimoli somatici le variopinte immagini oniriche. Nella libera attività di fantasia sciolta dai legami diurni, il lavoro onirico tende, secondo Scherner, a rappresentare simbolicamente la natura dell’organo da cui parte lo stimolo e il tipo di stimolo.

Ne risulta così una specie di libro dei sogni, una guida all’interpretazione, da cui è possibile dedurre dalle immagini oniriche sensazioni corporee, stati di organi e tipi di eccitamento.

Freud, pur accettando la fonte somatica del sogno, esprime la sua preoccupazione che il campo in cui si debba attingere l’interpretazione venga ristretto in un ambito troppo particolare, che tra l’altro, gli sembra precludere il suo tentativo di evidenziare la funzione fondamentale del sogno come espressione di un desiderio rimosso, per questo scrive:

"Resta da trovare, nell’ambito della nostra teoria, una sistemazione a quei fatti sui quali si basa la teoria corrente degli stimoli fisici. 
Gli eccitamenti corporei diventano anch’essi importanti nel sogno, in quanto sono attuali, e vengono congiunti con le altre attualità psichiche per fornire materiale per la creazione del sogno. 
In altre parole, durante il sonno gli stimoli vengono elaborati in un appagamento di desiderio, le altre componenti del quale sono date dai residui diurni psichici a noi noti. 
L’essenza del sogno non risulta alterata se alle fonti psichiche si aggiunge materiale somatico; esso rimane un appagamento di desiderio, indipendentemente dall’espressione che ad esso conferisce il materiale attuale" (Freud)