"A mano a mano che l'amore entra nel rapporto sessuale,
il marchio della nevrosi scompare"
(Alexander Lowen)
Nelle nevrosi distinguiamo varie fasi:
1. Conflitto infantile tra stimolo e frustrazione;
2. Soluzione del conflitto con la rimozione dello stimolo;
3. Prorompere della fobia come effetto della rimozione;
4. Soluzione della fobia con la formazione di un tratto del carattere;
5. Conflitto puberale e insufficienza dell’armatura caratteriale;
6. Ristabilimento della vecchia fobia come soluzione regressiva al conflitto (il crollo);
7. Tentativo di dominare la fobia con l’elaborazione caratteriale dell’angoscia (la ricostruzione).
Fra le persone che si presentano in psicoterapia si può distinguere fra due tipi di pazienti: quelli nella fase del crollo (fase 6) in cui c’è la presenza di una fobia che frustra l’Io e quelli che si trovano già nella fase della ricostruzione (fase 7), persone in cui l’Io ha già cominciato a incorporare i sintomi.
Quest’ultimi hanno un Io che sviluppa cerimoniali di ordine così diffusi, che solo un occhio esperto riesce a scoprire il loro carattere coatto.
In questo modo viene simulata un’auto-guarigione, ma il diffondersi del sintomo e il suo appiattimento diminuisce le capacità di azione dell’individuo. Che chiede di essere guarito, non più a causa del sintomo che lo tormenta e lo frustra, ma a causa di un generale disturbo della capacità lavorativa, di una generale mancanza di gioia di vivere o di un disinteresse per ciò che prima era importante.
Vi è una continua lotta tra l’Io e i suoi sintomi nevrotici fino al raggiungimento di una tregua con la formazione del sintomo e la sua successiva incorporazione in quello che Wilhelm Reich chiama l’Io totale.
Ogni incorporazione comporta una modificazione caratteriale e un relativo irrigidimento dell’armatura caratteriale con successivo rischio di un acuirsi della nevrosi.
C’è una soluzione?
L’interruzione del circuito nevrotico è possibile con un lavoro sincronico: risoluzione della fobia attraverso la significazione del conflitto e l'allentamento dei processi di rimozione e un miglioramento generale del controllo sui sintomi caratteriali con la realizzazione (principio di realtà) di un Sé più autentico.
L’elaborazione caratteriale dell’angoscia è un processo che deve avvenire all’interno di una relazione significativa ed evolutiva, come una psicoterapia.
I tentativi di fare da soli o scaricare questo lavoro all’interno di relazioni nevrotiche non fa altro che migliorare le capacità di rimozione dell’individuo e favorire una maggiore diffusione dei sintomi all’interno dell’Io.
Processo che condanna il soggetto a vivere in un’alternanza tra fase fobica (6) e fase depressa (7) senza possibilità di uscita.
