"Un uomo ha bisogno di una donna di tanto in tanto, se non altro per provare a se stesso che riesce a procurarsela. Il sesso è una faccenda secondaria"
(Charles Bukowski)
La strategia terapeutica che cerca di raggiungere la coesione psichica del paziente nasce negli anni in cui la teoria freudiana (1927-1938) tenta di ricomporre la scissione dell'Io intervenendo sulla formazione feticista della personalità.
Per Freud i feticci sono sostituti simbolici del pene e il feticista desidera unicamente il pene femminile.
Egli vive in un doppio mondo: in uno adulto egli sa bene che le donne non hanno il pene e in un altro infantile egli non crede che le donne siano prive di pene.
La questione concerne il desiderio. Il feticismo permette di concentrare su un oggetto concreto tutta la carica erotica di un transfert sessuale che non è possibile indirizzare altrove, verso il pene femminile che il feticista non riesce a trovare.
Successivamente a Freud questo splitting feticista dell’Io o dell’intera personalità è stato ampliato ad altre perversioni della sfera relazionale.
Il soggetto perverso possiede un sapere adulto sulla realtà ma ha anche conservato una fantasia infantile su quella stessa realtà.
Alimentata dal desiderio e dal bisogno di difendersi, questa onnipotente fantasia inconscia crea un mondo privato parallelo.
Il soggetto masochista da una parte sa che le donne non gli vogliono affatto male, ma nella sua fantasia inconscia sa anche che le donne desiderano punirlo e umiliarlo per le sue colpe.
Il soggetto sadico da una parte sa che l’altro è innocente e non gli ha fatto nulla, ma sa anche che è un peccatore e che deve essere punito.
Il voyeur sa che chi fa sesso ricerca intimità e protezione, ma dall’altra sa che tutti gli amanti sono degli esibizionisti che vogliono farsi vedere.
"L’esibizionista sa che l’altro non ha alcuna voglia di vedere i suoi genitali, ma sa anche che è proprio quello che l’altro vuole vedere" (Benvenuto)
Il fine della cura delle perversioni è ricomporre la scissione dell’Io che ne è alla base.
Occorre far sì che il soggetto adulto che conosce la verità e il soggetto infantile che ha sviluppato una fantasia su quella realtà possano avviare un dialogo, confrontarsi e tentare una ricomposizione.
Per esempio nel caso del feticista occorre che il soggetto possa arrivare a desiderare la donna proprio in quanto non ha il pene, ovvero per il suo corpo reale e non per il corpo immaginario nato dalle sue fantasie infantili.
Allentare la presa delle difese sulla funzione dell'Io concede al paziente uno sguardo lucido e disincantato sulla realtà.
Lo scioglimento graduale dell'amalgama onnipotente della simbiosi apre ad esperienze vivide e intense che riguardano i particolari, le singole caratteristiche e l'intensa bellezza delle specifiche qualità degli altri.
La perversione evapora quando la conoscenza e il desiderio coincidono.
