Luna di miele infinita




"Non smettere di sorridere, non sai mai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso" (Gabriel Garcìa Màrquez) 


Gli individui narcisisti non sono necessariamente identificati dal modo in cui si sentono, ma da come fanno sentire gli altri (Ogrodniczuk, Kealy).

Gli stili relazionali dei pazienti narcisisti vengono recentemente decodificati attraverso la definizione tripartita del narcisismo fatta da Russ e allievi (2008): grandioso/inconsapevole, ipervigile/vulnerabile, ad alto funzionamento.

Queste distinzioni sono permeabili e hanno relazione soprattutto col contesto.

Tutte le configurazioni caratteriologiche narcisistiche hanno in comune la difficoltà di autoregolazione e autostima e gli stili relazionali maggiormente osservati in ambiente clinico sono riassunti nei seguenti 13 punti.

1) Bisogno di suscitare ammirazione, empatia, facendo riferimento ai successi e mettendosi in buona luce. Nel caso del narcisista vulnerabile l’attenzione è concentrata sul volto dell’ascoltatore, nel tentativo di cogliere la scintilla nell’occhio della madre (Kohut).

2) Pseudo-autosufficienza e incapacità di accettare l’aiuto degli altri, aumenta la solitudine del narcisista e il suo bisogno disperato degli altri, che aumenta la sua aggressività sociale.

3) Negazione o inibizione dell’autonomia dell’altro, pressione sul partner e bisogno di controllarlo. Il sesso è utilizzato come una lotta per la dominazione.

4) Tendenza a provare vergogna e umiliazione a offese lievi. L’individuo narcisista rimane offeso anche per un semplice disaccordo o critica. La vergogna può essere la conseguenza alla sensazione di essere stati smascherati o esposti eccessivamente alla pubblica opinione, ciò genera rabbia e desiderio di vendetta. Raramente il narcisista dimentica questo genere di offese e il suo progetto vendicativo può essere coltivato per anni.

5) Negazione della propria sofferenza e del conflitto con gli altri, associati al disconoscimento della realtà. La negazione permette di evitare la vergogna o l’umiliazione e viene applicata alla comunicazione con gli altri attraverso l’accondiscendenza: il narcisista sembra parlare a chiunque è a portata della sua voce.

6) Misurazione continua fra sé e gli altri, innescata dall’invidia e alla ricerca di quelle caratteristiche altrui che pongano il soggetto narcisista al di sopra dell’altro. In senso più ampio questa misurazione deve confermare la sua rigida visione del mondo fatta di sopra/sotto, giusto/sbagliato.

7) Idealizzazione dell’altro, un qualcun altro che il narcisista ha individuato come speciale e rispetto al quale si mette al seguito o in ombra. Ciò permette all’individuo di mantenere un Sé coeso ed evitare spiacevoli sensazioni di frammentazione che ricorda sin dall’infanzia (Kohut).

8) Difficoltà a capire l’esperienza interiore degli altri. Il narcisista è capace di produrre una relativa empatia cognitiva ma non un’empatia emotiva. Ritter e allievi (2011) con questa distinzione intendono evidenziare come il narcisista può parzialmente capire alcune mappe cognitive dell’altro, soprattutto se assomigliano alle proprie, ma non riesce a coglierne le motivazioni e le implicazioni emotive.

9) Invadenza, è il comportamento più resistente al trattamento terapeutico (Ogrodniczuk), è inconsapevole e durante il dialogo si esprime con continue manovre per riportare l’attenzione sulle proprie vicende.

10) Ritiro dalla socialità per proteggersi dalle umiliazioni. Il narcisista vulnerale/ipervigile spera di evitare la ferita stando zitto e tenendosi in disparte. Ma mentre i soggetti evitanti mettono in atto questo comportamento perché temono la mancanza di accettazione, i narcisisti lo fanno perché temono la mancanza di ammirazione. In terapia al loro silenzio si aggiunge un’analisi attenta del comportamento non verbale del terapeuta per cogliere eventuali critiche o interruzioni dell’alleanza.

11) Sensazione di essere vittime e martiri di maltrattamenti, a cui si aggiunge l’offesa perché gli altri non si rendono conto dell’enorme portata della loro sofferenza e l’eccezionalità individuale che ne deriva.

12) Seduzione iniziale e perdita d’interesse successiva, netta e repentina, tanto che l’altro ha la sensazione del raggiro e dell’inganno. Il narcisista sia grandioso che ipervigile è decisamente più interessato alla luna di miele che al matrimonio (Gabbard).

13) Falsità nella seduzione, manipolazione della realtà per ottenere l’ammirazione degli altri al fine di operare uno sfruttamento interpersonale.

Il soggetto narcisista ad alto funzionamento mette in atto tutti questi comportamenti con un particolare talento: non eccedere mai a tal punto che gli altri se ne possano lamentare. 

Anche se, dopo un'attenta analisi, segnalano disagio o ansia nella relazione con questo particolare tipo di narcisista.