"Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare
ciò che non ti aspettavi di trovare"
(Eraclito)
"Il guaio di ogni aforisma, di ogni affermazione, è che può facilmente
diventare una mezza verità, una fregnaccia, una bugia o un appassito luogo comune"
(Charles Bukowski)
Le piccole bugie quotidiane creano una separazione tra il mondo privato e quello pubblico di chi le pronuncia.
Sono leggere distorsioni della realtà che si riverberano, quasi impercettibilmente, sull’autenticità nel contatto che il soggetto ha con la realtà e si producono sotto l’effetto di una sua esigenza di controllo.
La verità, l’asserzione percepita come corretta e affidabile sugli accadimenti della propria realtà corporea, è un flusso che funziona per osmosi e capillarità: una verità chiama l’altra in un dispiegamento descrittivo che delinea l’ambiente, i fatti e colloca l’individuo al centro di questo dinamismo.
La bugia, per quanto piccola e mai innocente, interrompe il flusso dinamico della verità.
Interrompe lo scambio e il baratto delle opinioni, che ne incarnano la natura più mondana.
Posta a ostacolo oltre il quale non è consentito vedere, la menzogna protegge chi la pronuncia, esclude l’interlocutore e gli sottrae la partecipazione alla verità, l’essenza reale della relazione.
Con la bugia l’individuo compie un paradosso: affermare di non essere.
Inconsciamente affermando la più grande realtà attuale sulle sue percezioni: non vuole essere ciò che sa di essere.
La menzogna permette di appartenere a ciò che è percepito come altro da sé, negando e rifiutando le qualità specifiche del proprio Sé.
Aleksandr Isaevic Solzenicyn, autore di "Una giornata di Ivan Denisovic" e di "Arcipelago Gulag", Nobel per la letteratura nel 1970, scrisse che la bugia è sempre inestricabilmente legata alla violenza e si riferiva alle bugie di Stato, alle deportazioni, alla dittatura comunista nell'Unione Sovietica.
Il binomio bugia/violenza è inestricabile e compare anche sul piano relazionale: la bugia squarta il velo contenitivo della relazione e scaraventa chi la ascolta lontano dalla vera realtà di chi la pronuncia.
Tuttavia maggior interesse, anche perché minore è stata la letteratura prodotta a riguardo, è lo scenario intrapsichico.
Il binomio tra bugia e violenza che trama tesse dentro al bugiardo?
La bugia modifica il volto psichico di chi vi si nasconde dietro?
Quale paradossale verità racconta la bugia?
"La verità non è la lotta tra l’asserzione vera e quella falsa, ma l’apertura all’universo del senso ambivalente della realtà corporea, che sta prima di ogni significato e dopo ogni conclusione." (Galimberti)