"La specie che sopravvive non è la più forte o quella più intelligente,
ma quella più reattiva ai cambiamenti"
(Charles Robert Darwin)
"Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri"
(Alda Merini)
La teoria polivagale è un tentativo di riorganizzare il pensiero sul sistema nervoso autonomo con un’attenzione particolare ai circuiti neurali specifici che regolano gli organi viscerali con funzioni adattive, nell’area dell’affettività, delle emozioni e dei comportamenti orientati a uno scopo.
Questa teoria ha identificato variabili precise che sono utilizzabili per valutare in modo dinamico il cambiamento delle regolazioni neurali di circuiti adattivi specifici.
Il modello porta con sé quattro principi impliciti che hanno un impatto diretto sullo sviluppo di ipotesi da testare: il ruolo specifico di strutture cerebrali e di circuiti neurali nella regolazione dello stato autonomico; la giustificazione per creare metodi che possano distinguere e tracciare l’output dinamico del nervo vago per selezionare organi attraverso la via mielinizzata che si origina nel nucleo ambiguo e la via non mielinizzata che si origina nel nucleo motore dorsale; il ruolo degli afferenti viscerali e dei siti sensoriali nel muoversi tra i circuiti neurali che regolano lo stato autonomico e la relazione tra la regolazione degli organi viscerali e quella dei muscoli striati della faccia e del capo coinvolti nell’interazione sociale che richiedono il riconoscimento dell’affettività e dell’espressione delle emozioni.
La componente somatomotoria del sistema di ingaggio sociale coinvolge strutture neurali che regolano comportamenti sociali e vissuti emotivi.
I nervi efferenti speciali innervano i muscoli striati che regolano le strutture degli antichi archi brachiali (Truex e Carpenter, 1969). Inoltre, il sistema viene anche in parte controllato dalla corteccia (motoneuroni superiori) che modula i nuclei del tronco encefalico (motoneuroni inferiori), che coordinano i muscoli delle palpebre (sguardo), i muscoli facciali (espressioni emozionali), i muscoli dell’orecchio medio (estrarre la voce umana dal rumore di fondo), i muscoli della masticazione (ingestione), i muscoli laringeo e faringeo (prosodia della vocalizzazione) e i muscoli per l’orientamento del capo (gestione sociale e orientamento).
Tutti questi muscoli funzionano come gestori neurali che individuano e esprimono segnali di sicurezza (prosodia, espressioni facciali, parti del capo, sguardo) che informano gli altri circa le intenzioni e controllano le interazioni con l’ambiente.
Le origini filogenetiche dei comportamenti associati con l’ingaggio sociale si intersecano con la filogenesi del sistema nervoso autonomo.
Nel momento in cui sono informati i muscoli della faccia e del capo come strutture per il coinvolgimento sociale, anche il sistema nervoso autonomo si è arricchito di una nuova componente (il vago mielinizzato) che è regolato dal nucleo ambiguo, un nucleo midollare che si trova in posizione ventrale rispetto al nucleo motore dorsale del vago.
Questa convergenza di meccanismi neurali ha creato un sistema di ingaggio sociale integrato con componenti sinergiche tra i vari visceri e il comportamento così come un’interazione tra ingestione, regolazione degli stati e processi di ingaggio sociale.
Difficoltà nello sguardo, nell’individuazione della voce umana, nell’espressione facciale, nei gesti del capo e nella prosodia sono segnali comuni negli individui con autismo e altri disturbi psichiatrici in cui il sistema di ingaggio sociale è compromesso.
Quindi, comprendiamo, dal funzionamento della faccia e dalla prosodia della voce, le problematiche sia nei comportamenti sociali sia nelle regolazioni degli stati fisiologici.