Strategia di un distruttore

 


"L'essere umano è l'unica creatura che si rifiuta 
di essere ciò che è"
(Albert Camus)

"L'invidia è quel sentimento che nasce nell'istante 
in cui ci si assume la consapevolezza
di essere dei falliti"
(Oscar Wilde)



L'individuo molto scherzoso, continuamente sdrammatizzante, ritenuto da tutti come un simpaticone, con il suo comportamento di alleggerimento tenta di seguire due strategie difensive: l'evitamento e la mimesi. 

Questa persona ha l’esigenza di evitare un confronto con la realtà, una qualche realtà incombente e minacciosa che il suo narcisismo non può tollerare, allora la ridicolizza, la sminuisce, la nega.

Una specifica forma di simpatia sdrammatizzante, alcuni sadismi verbali o il disimpegno relazionale, sono espressioni di una struttura psichica narcisistica che deve evitare riflessioni, autocritiche e lo svelamento di una realtà psichica nella quale sta accadendo qualcosa di riprovevole.

Missionario di una pulsione rabbiosa il Narcisista Distruttivo evita di pensare e di soffrire, di riflettere sulla propria sofferenza e di sopportare il dolore di questo pensiero.

Per come lo individua Enriquez il soggetto si trova al crocevia dell’odio e agisce una distruttività velata che espande agli altri perché essa lo minaccia radicalmente, nel momento in cui lo sviluppo degli eventi esigerebbe da tutti e da ciascuno un lavoro psichico.

Non bisogna pensare a questo particolare tipo di soggetto narcisista fuori dal rapporto con l’altro, con gli altri, con l’insieme e con il quadro ambientale con cui s’ingrana

Fissato com’è a non dover niente a nessuno egli arriva, più di ogni altro al mondo, a dipendere da chi gli sta intorno, dalle circostanze e dall’occasione. 

"Il movimento perverso-distruttivo dei narcisisti distruttivi si compie solo col concorso involontario, ma attivo e necessario, dell’ambiente circostante." (Racamier)

Nell’agire silenzioso della distruttività su un fondo di diniego, il narcisista distruttivo mette in opera una follia terribilmente efficace. 

Che essa scaturisca direttamente dalle profondità dell’inelaborato della sua storia e della sua soggettività o che essa sia stata strutturata da altri, più che l’azione di una forma erotica dell’odio (Stoller) è la realizzazione del narcisismo di morte (Green) a caratterizzare la sua patologia.

Qualunque sia la strutturazione psichica originale egli si troverà sempre, uomo o donna, un predominio dei processi di diniego e di scissione, l’espulsione dei fantasmi infantili, un anti-edipo illimitato su un fondo di lutti non elaborati.

Sarà la perversione narcisistica ad articolare difese e processi fobici, paranoici perversi o psicopatici mobilitati e asservirli alla pulsione di morte.

Non è il più pazzo o il più debole dei membri di un gruppo o di una famiglia che diventerà questo particolare soggetto narcisista, ma colei o colui la cui identità, narcisismo e funzionamento psichico verranno messi in difficoltà in modo radicale.

Ogni soggetto manipolato in circostanze favorevoli e sottoposto a un après-coup traumatico può diventare un narcisista distruttivo, è così che procede l’alienazione settaria (Diet). 

È essenziale comunque riconoscere nel paranoico e nel perverso narcisista un narcisista distruttivo per vocazione.

Ogni volta che si corrono dei rischi di svelamento egli scatena l’odio e l’invidia contro ogni movimento elaborativo, ogni tentativo di dare un senso, ogni comprensione che permetterebbe di superare le difficoltà mediante l’accettazione dei limiti e delle differenze, la sottomissione alla legge, la costruzione di un senso comune.

Per il narcisista distruttivo è vitale annientare e ridicolizzare chi, con il proprio lavoro, la propria capacità di dubitare e di creare, si rivelerebbe portatore di una potenza genitale che rinvierebbe alla loro impotenza i fantasmi infantili ed esigerebbe da lui che, rinunciando all’anti-edipo illimitato (Racamier), abbandonasse la sua posizione incestuosa per esistere come soggetto, uno tra gli altri, sottomesso al divieto che permette il desiderio, lo scambio e la collaborazione.

Rifiutando di diventare un uomo perché rifiuta il debito di essere figlio, il narcisista distruttivo rifiuta che possano esistere dei fratelli capaci di generare; per non uccidere il padre ed evitare la sua legge, egli lo volge in derisione e proclama un mondo caotico di neonati avidi, invidiosi e impotenti.