"Non c'è maggior potere su una persona di quello di infliggerle dolore"
(Erich Fromm)
Nel lavoro con pazienti gravi (psicotici, borderline) ci si accorge presto che gran parte dei loro genitori sono rifiutanti o assenti affettivamente.
Ciò dimostrerebbe che l’assenza prolungata (reale o emotiva) della figura di accudimento, ha ripercussioni consistenti sull’equilibrio psichico del bambino.
Nel caso dell’allattamento, il periodo di allucinazioni cannibalesche che il bambino vive dal quarto mese fino a svezzamento completato, potrebbe essere bruscamente interrotto da un genitore assente.
Anche nel caso del sopraggiungere delle tendenze libidiche verso il primo anno di età, la sovrapposizione di bisogni orali e sessuali del bambino può trovare un genitore impreparato a questo tipo di contatto.
Anche nel caso del sopraggiungere delle tendenze libidiche verso il primo anno di età, la sovrapposizione di bisogni orali e sessuali del bambino può trovare un genitore impreparato a questo tipo di contatto.
Il corpo del bambino si muove in funzione dei suoi bisogni fisiologici, il corpo dell’adulto si muove in funzione anche di bisogni etici e morali. Il contatto fisico che un genitore stabilirà col proprio figlio dipenderà da come sarà stato capace di far convivere bisogni morali e fisiologici.
Se i primi hanno prevalso il genitore tenderà alla pedofobia e si troverà impacciato nel contatto col figlio. Se al contrario il genitore sarà rimasto attaccato ai suoi bisogni fisiologici, trovandosi in una condizione molto simile a quella del figlio, tenderà alla pedofilia e ad essere egli stesso invischiato in una sessualità perversa e polimorfa come quella del figlio.
Se i primi hanno prevalso il genitore tenderà alla pedofobia e si troverà impacciato nel contatto col figlio. Se al contrario il genitore sarà rimasto attaccato ai suoi bisogni fisiologici, trovandosi in una condizione molto simile a quella del figlio, tenderà alla pedofilia e ad essere egli stesso invischiato in una sessualità perversa e polimorfa come quella del figlio.
Tendenzialmente i disturbi della personalità o le sindromi psicotiche in cui compaiono elementi sadici si sviluppano in individui che hanno avuto genitori pedofobici, che non hanno saputo gestire e relazionarsi con il corpo e i bisogni dei figli.
E’ possibile che le cose siano andate così: il bambino durante l’allattamento succhia il latte e riceve una stretta vigorosa che lo fa sentire al sicuro. Dopo qualche mese nel corso di questi contatti con il genitore egli comincia a sentire un’indefinita sensazione di piacere localizzata nella zona genitale che comincia a guardare e toccare.
A questo punto è il genitore che deve fare i conti con la propria sessualità.
Potrebbe accadere che se questi conti siano difficili da fare il genitore continua a essere disponibile per la soddisfazione dei bisogni orali ma non accetta alcuna forma di sessualizzazione del contatto.
Il bambino, che dipende dal genitore per la sua sopravvivenza, è costretto a negare il piacere sessuale che prova in quel contatto o trasformarlo in qualcos’altro, il più delle volte la sessualità negata diventa aggressività orale accentuata e il bambino morde il capezzolo della madre durante l’allattamento o cerca di stringerla più che può.
Il bambino, che dipende dal genitore per la sua sopravvivenza, è costretto a negare il piacere sessuale che prova in quel contatto o trasformarlo in qualcos’altro, il più delle volte la sessualità negata diventa aggressività orale accentuata e il bambino morde il capezzolo della madre durante l’allattamento o cerca di stringerla più che può.
Questa prima forma di sadismo ha la doppia funzione di scarica delle tensioni sessuali negate del bambino e una punizione che egli opera sul corpo del genitore che non ha accettato i suoi bisogni sessualizzati.
"Diciamo che il nerbo del factum è dato dalla massima che propone la sua regola al godimento, insolita nel suo porsi in termini di diritto alla moda di Kant, dato che si pone come regola universale. Enunciamo la massima: Ho il diritto di godere del tuo corpo e questo diritto lo eserciterò, senza che nessun limite possa arrestarmi nel capriccio delle esazioni che io possa avere il gusto di appagare. Ecco la regola cui si pretende di sottomettere la volontà di tutti, per poco che una società la renda effettiva con le sue costrizioni" (Lacan)
La radice etimologica (excactus) di esazione contiene il termine riscuotere, quanto i termini imporre e gravare.
Le tendenze sadiche in alcune personalità patologiche suggeriscono che un possibile sviluppo della sovrapposizione tra nutrimento e sessualità è rappresentato dall’esperienza piacevole dell’imposizione della propria volontà sul corpo altrui.
Il comportamento sadico permetterebbe all’individuo di vivere in modo allucinatorio l’esperienza concreta del prendere realmente qualcosa dall’altro e nutrirsene.
In questo caso il prendere ha valore di nutrimento ed è primario per il soggetto.
Le ricerche criminologiche su spree killer (assassini compulsivi) e serial killer (assassini seriali), indicano la misura estrema alla quale si può attenere un individuo la cui sopravvivenza emotiva è legata ad un contatto sadico col corpo altrui.
In genere, questi individui hanno avuto delle separazioni precoci o genitori violenti o sadici affettivi.
La normale esperienza infantile di credere che il nutrimento provenga dal corpo del genitore è stata precocemente interrotta o non è mai avvenuta. L’individuo può aver conservato una fame mai soddisfatta e delle fantasie cannibalesche mai placate da soddisfacenti allucinazioni infantili, legate alla vicinanza corporea del genitore.
Nella realtà psichica incompleta del bambino piccolo alcune scene di divorazioni non sono mai avvenute o non si sono compiute.
La lontananza dal corpo dei genitori non ha permesso il nutrimento e il soggetto non si è potuto rassicurare a tal punto da arrivare alla simbolizzazione di queste allucinazioni cannibalesche.
Il bambino rimane nell’angoscia di doversi nutrire e la sessualità che comincia a emergere gli suggerisce nuovi modi per poterlo fare.
In psicoterapia il paziente si nutre in forma allucinatoria del corpo del terapeuta. Egli parla dei fatti della sua vita e del suo dolore. Il paziente va in terapia per nutrirsi e rassicurarsi. L’esperienza (allucinatoria e subconscia) di mangiare e sopravvivere è assicurata dalla presenza del corpo del terapeuta.
La relazione terapeutica per le sue caratteristiche (il terapeuta è un estraneo, disponibile, capace) permette di cogliere nel vissuto del paziente alcune condizioni emotive vicine a quelle della prima infanzia.
Le fantasie che si sviluppano in questa relazione da parte di tutti e due, paziente e psicoterapeuta, hanno grande forza e se adeguatamente esplorate si rivelano simili a quelle del bambino entro i primi 3/6 mesi di vita: oralità, sessualità, sadismo.
In alcuni disturbi di personalità riportati nel DSM (Manuale Diagnostico Statistico), compaiono comportamenti o pensieri di natura sadica.
Nel corso dello sviluppo dell’individuo, questa modalità relazionale può acquisire anche caratteristiche masochistiche:
Disturbo paranoide
- sospetta di essere sfruttato, danneggiato o ingannato
- scorge significati nascosti umilianti o minacciosi in rimproveri o altri eventi benevoli
Disturbo antisociale
- disonestà per profitto o piacere personale
- irritabilità e aggressività, come indicato da scontri o assalti fisici ripetuti
- inosservanza spericolata della sicurezza propria e degli altri
- mancanza di rimorso, come indicato dall’essere indifferenti o dal razionalizzare dopo aver danneggiato, maltrattato o derubato un altro
Disturbo borderline
- Un quadro di relazioni instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione
- impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate
- ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento automutilante
- rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici)
Disturbo narcisistico
- ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, cioè, la irragionevole aspettativa di trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative
- sfruttamento interpersonale
- manca di empatia: è incapace di riconoscere o di identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri
- mostra atteggiamenti arroganti e presuntuosi
Oltre al comportamento sadico puro esistono varie forme compensate come quella masochistica che si osserva nei paranoidi o nei borderline. Una modalità masochistica potrebbe sorgere nel momento in cui il corpo dell’altro è vissuto come particolarmente assente.
Il bambino nell’urgenza di nutrirsi rivolge attenzione al suo corpo. Le esazioni che dovrebbero essere rivolte al corpo del genitore diventano sado-masochistiche e automutilanti e svolgono il doppio ruolo di prendere nutrimento e, attraverso il dolore percepito, placare l’ansia del distacco dal corpo del genitore (soprattutto nei borderline).
Il paranoide immagina che gli altri potrebbero volere da lui quello che egli non ha ottenuto dal corpo dei genitori e che desidera ardentemente.
Altre forme compensate possono essere la dipendenza e l’ossessività che nel caso della compulsione acquista caratteristiche masochistiche. In questo caso è il Super-Io del soggetto ad essere particolarmente sadico.
Il corpo del terapeuta può ricevere varie forme di attenzione da parte del paziente. Il modus operandi può variare notevolmente.
Da un comportamento primitivo psicotico, caratterizzato da dinamiche transferali potenti (una presenza drammatica in seduta e assenze ripetute), nel quale il paziente con i suoi acting-out divora letteralmente l’attenzione del terapeuta, si può arrivare a un comportamento maggiormente organizzato, nevrotico e sofisticato.
Il paziente con un Super-Io più strutturato che non gli permette di divorare liberamente il corpo-nutrimento del terapeuta agisce un comportamento sadico che si avvicina a modalità ossessive.
Il suo modus operandi ha prima una forma seduttiva che cattura l’attenzione del terapeuta e poi agisce una sessualità perversa (esibizionismo e ricatto) o una dissezione del corpo del terapeuta (che si può manifestare con una critica particolareggiata della sua tecnica di lavoro), al fine di ottenere nutrimento attraverso il controllo e l’imposizione sadica sulla volontà del terapeuta.
Jacqui Lee Schiff, nel suo lavoro terapeutico opera un processo di ri-genitorizzazione con i bambini del Cathexis Institute seguendo le teorie transazionali di Berne.
Questo processo comporta la de-energizzazione della carica energetica dello stato dell’Io Genitore disfunzionale, originariamente incorporato, e la sostituzione con una nuova struttura genitoriale.
Il lavoro che si trova a svolgere il terapeuta, in un assetto sufficientemente simbiotico, è la ricostruzione di una figura genitoriale interiorizzata più disponibile e gratificante.
"L’assetto attuale del paziente è da considerare una struttura di adattamento del suo Bambino Libero. E questo originario adattamento ha valore di sopravvivenza, per cui si scopre che i pazienti hanno un notevole interesse a mantenere i sistemi di riferimento disfunzionali. Ciò spiega, almeno in parte, come mai i pazienti possono vivere in modo conflittuale la de-energizzazione del proprio stato dell’Io Genitore: sebbene provochi disagio, il suo passato valore di sopravvivenza può eclissare il disagio vissuto" (Schiff)
Nella condizione di disponibilità del terapeuta a questo bisogno di perseverare il passato del paziente, nonostante sia disfunzionale, egli si presta a impersonare il bambino masochista e a far vivere al paziente il genitore sadico. Veicolando nello stesso tempo energia allo stato dell’Adulto affinché sia testimone e arbitro del processo in atto.
La rappresentazione, l’osservazione e la riflessione permettono al paziente di rafforzare quella parte del suo Io, l’Adulto, soggiogato in passato da un Genitore tirannico e sadico.