"L'essere umano è soltanto ombra e respiro"
(Sofocle)
Psyché è l'anima e psychò è il respiro, il soffio.
I programmi di esercizi fisici insistono spesso sul bisogno di respirare profondamente e lo yoga usa da sempre gli esercizi di respirazione nella sua pratica fisica e spirituale.
Ma perché molte persone hanno difficoltà a respirare in modo naturale?
La respirazione non è semplicemente un’operazione meccanica, è un aspetto del fondamentale ritmo corporeo di espansione e contrazione, che si manifesta anche nel battito cardiaco.
È un’espressione della spiritualità del corpo. La tradizione religiosa occidentale racconta che quando Dio creò l’uomo prese un pezzo di argilla e vi soffiò la vita.
"Buon compleanno, esprimi un desiderio e soffia sulle candeline!"
L’idea che l’aria contenga una qualche forza essenziale alla vita è un elemento importante anche delle filosofie e delle religioni orientali. Il prana è la decodifica di questa importanza.
Nella ricerca e il lavoro clinico in psicoterapia corporea la respirazione viene vista nel suo legame diretto con lo stato di eccitazione del corpo.
"Ebbi la mia prima esperienza sul rapporto fra tensione e respirazione al corso allievi ufficiali di complemento, durante un addestramento con il fucile al poligono di tiro.
Per quanto mi sforzassi, non riuscivo a piazzare un colpo sul bersaglio. Un istruttore che mi stava osservando mi suggerì di respirare profondamente tre volte e di premere ad adagio il grilletto durante l’ultima respirazione.
Mi disse che, fino a quando avessi trattenuto il fiato mentre sparavo, avrei avuto il corpo teso e mi sarebbe tremata la mano.
Aveva ragione, come constatai quando ripresi a sparare […]
Questo accorgimento mi è stato più volte utile per ottenere il maggior rilassamento possibile anche durante i trattamenti odontoiatrici.
Riesco facilmente a sopportare il dolore e non ho bisogno di anestesia" (Lowen)
La respirazione naturale interessa l’intero corpo. Non tutte le parti vi sono impegnate attivamente ma tutte sono influenzate in maggior o minor misura dalle onde respiratorie che lo attraversano.
Un disturbo comune è l’arresto dell’onda al livello dell’ombelico e delle ossa pelviche. Questo blocco dovuto a tensioni croniche muscolari impedisce all'onda respiratoria di coinvolgere il bacino e la cavità addominale profonda, con il risultato di una respirazione debole.
Respirare profondamente è percepire profondamente.
Se la respirazione non è profonda vengono repressi i sentimenti associati all’addome.
Uno di questi è la tristezza poiché l’addome è interessato nell'espressione del pianto profondo.
Nel pianto di pancia c’è un tipo di tristezza che in molti casi rasenta la disperazione.
I bambini imparano presto che tirando indietro la pancia e irrigidendola riescono a isolare i sentimenti penosi di tristezza e disperazione. Questi sentimenti vengono banditi dalla coscienza ed esiliati nella tensione muscolare. La loro presenza nel corpo diventa silenziosa e spettrale, la condizione corporea che producono è una generale anestesia e un disinteresse per le cose del mondo reale.