Minuscole tracce di delirio

 



"Il delirio è la teoria di uno solo, la teoria è il delirio di molti"
(Francois Roustang)


La personalità umana è un sistema efficiente di instabilità controllata. La sua efficienza si riduce quando aumenta la rigidità del sistema di controllo.

Adattamento, creatività e tolleranza alla frustrazione quando cedono spazio a un funzionamento sclerotico, difensivo e monolitico rischiano di gettare la personalità in un delirio. 

Il sistema delirante presenta delle analogie con la costruzione dell’immagine del mondo (nel senso che intende Money-Kyrle), qualcosa che viene eretto a poco a poco attraverso l’apprendere dall’esperienza (nel senso che gli dà Bion), ed è fabbricato parallelamente alla costruzione della realtà psichica.

Ma, proprio come la realtà psichica viene costruita attraverso un processo di formazione simbolica, conseguenza dell’introiezione di simboli ricevuti, il sistema delirante è fabbricato per mezzo di un processo di formazione di simboli che ha fallito, quello che Bion ha chiamato elementi beta con tracce di Io e Super-Io, che sono le macerie della funzione alfa rovesciata.

Il termine coscienza è utilizzato nel senso di organo per la percezione di qualità psichiche (Freud), e perciò di attenzione (Bion) oppure di percezione di fenomeni (Platone).

Dal momento che la frammentazione del Sé è un attributo universale dell’apparato mentale, l’organo dell’attenzione è altamente valutato e conteso dalle varie parti del Sé a causa del suo diretto accesso alla motilità (Freud), sebbene non detenga in alcun modo il monopolio al riguardo.

Come accade che una parte o parti della personalità arrivino ad abitare in questo mondo del delirio?

Dobbiamo dare attenzione alla quarta area della realtà psichica, cioè l’interno degli oggetti interni, che equivale al mondo claustrofobico degli stati psicotici borderline.

L’ingresso nell’identificazione proiettiva è un fenomeno onnipresente nella prima infanzia, stabilitosi soprattutto durante i conflitti intorno ai processi escretori e aggravato dalle fantasie di attività masturbatorie intrusive, specie nella masturbazione anale.

Il perseverare di una parte infantile che vive in uno stato d’identificazione proiettiva con un oggetto interno (di solito la madre) fa emergere sintomi claustrofobici o agorafobici e tendenze maniacali o depressive.

Prima di tutto l’esperienza del mondo esterno diventa dominata da un'atmosfera claustrofobica, il che significa che la persona in qualunque situazione si trovi si sente intrappolata.

Ovunque c’è un’atmosfera di catastrofe imminente e porte chiuse (Sartre).

In secondo luogo, in risposta a questa sensazione sospesa di catastrofe imminente, l’immagine del mondo diventa compartimentalizzata e stratificata.

I compartimenti, che hanno un forte connotato filogenetico o storico, si avvicinano nel loro significato alla suddivisione in Inferno, Purgatorio e Paradiso: nel retto, nei genitali o all’interno del seno o nella testa della madre primitiva.

Ogni organizzazione è vista come stratificata, gerarchica e perciò politica, sia che si tratti della famiglia, famiglia estesa, posto di lavoro o che sia socialmente concreta come un’istituzione oppure astratta come una classe o un’occupazione.

"La qualità claustrofobica della mente, generando irrequietezza, spinge a cambiare area geografica e mobilita l’ambizione a salire una qualche scala sociale, esistente o meno, verso un’immaginaria salvezza verso l’alto" (Meltzer)