Corpi alla deriva?



"L'angoscia è ciò che non inganna"

(Jacques Lacan)


Le emozioni sono l'evento più soggettivo che esista e la loro intensità è una faccenda tutta privata.

Tuttavia molti cambiamenti somatici danno un’indicazione osservabile delle emozioni, ciò è particolarmente vero nel caso degli stati di ansia in cui l’inibizione dei muscoli estensori è molto accentuata.

Le persone con disturbi emotivi sembrano incapaci di estensione completa.

Uno stato cronico di ansia, inibendo i muscoli antigravitari, induce atteggiamenti in cui gli estensori mancano del tono normale.

In questi casi la persona ritorna frequentemente al controllo conscio della spiacevole sensazione che ha alla bocca dello stomaco.

Per effetto dell’intima relazione esistente fra l’eccitazione vestibolare e le regioni cardiaca e diaframmatica, il trattenere il respiro e la contrazione dei flessori attenuano sgradevoli reazioni.

Se si protraggono nel tempo questi modelli s’integrano nello schema riflesso della stazione eretta e il portamento non è più completamente eretto.

A questo punto la posizione in piedi è mantenuta dalla tensione muscolare superflua, anche quando il baricentro si trova nella sua più alta posizione possibile.

La curva cervicale/lombare diventa esagerata e la mancanza di tono dei muscoli antigravitari, specialmente quelli che collegano le spalle, il collo e le anche, finisce per far spostare il baricentro in avanti.

Le dita dei piedi sono così costrette a portare più peso di quanto possono sopportare in permanenza i flessori e sono costrette a contrarsi fortemente e finiscono per torcersi o per cedere.

"Quando il corpo sta in piedi in equilibrio stabile, il baricentro è appena al di sopra delle spine iliache antero-superiori e a metà distanza fra le due; una linea verticale calata dal baricentro passa appena avanti al ginocchio e ai malleoli e tocca terra entro l’area compresa tra i piedi, cioè entro la base d’appoggio" (Feldenkrais)

L’espressione equilibrio stabile è da un punto di vista meccanico impropria e dovrebbe essere sostituita dalla parola instabile. 

Ci sentiamo stabili con il baricentro più in alto possibile perché questa posizione è la più facile da ripristinare, dato che il sistema nervoso è particolarmente adatto a raddrizzare il corpo. 

Questa posizione è avvertita come stabile per via dell’abitudine che abbiamo a tornarci continuamente ma, meccanicamente, per definizione, è instabile.

Nei casi in cui la stazione eretta viene mantenuta in condizioni vicine alla postura ideale un piano verticale passante per il baricentro e parallelo alle spalle attraversa la parte anteriore dell’articolazione della caviglia e l’apertura dell’orecchio (meato uditivo esterno).

Se si misura l’angolo formato dalla linea, la verticale che sale dall’articolazione della caviglia e dalla linea che unisce il meato uditivo al davanti del malleolo, si possono dividere le persone misurando la distanza tra queste due linee su un piano orizzontale.





La tabella Harvard University Chart fa parte dello studio Body Mechanics in Health and Disease di Joel H. Goldthwait e viene utilizzata per classificare la meccanica corporea:

- Eccellente uso meccanico del corpo: capo direttamente al di sopra del torace, delle anche e dei piedi; petto in alto e in avanti; addome rientrato e piatto; usuali curve della schiena: non esagerate.

- Buon uso meccanico del corpo: capo troppo in avanti; petto non così in alto e in avanti; cambiamento minimo dell'addome; cambiamento minimo della schiena.

- Mediocre uso meccanico del corpo: capo in avanti rispetto alla gabbia toracica; petto appiattito; addome rilasciato in avanti; curve della schiena esagerate.

- Uso meccanico del corpo molto scadente: capo ancora più in avanti; petto ancora più appiattito e più indietro; addome completamente rilasciato e cadente; tutte le curve della schiena sono esagerate all’estremo.