Trappola mentale

 






"L'ottimista pensa che questo sia il migliore dei mondi possibili.
Il pessimista sa che è vero"
(Robert Oppenheimer)




Il masochista è in una trappola: più lotta e più rimane impigliato.

Nella persona masochista la sofferenza è autentica e le lamentele sono spesso giustificate, ma le due cose non sono correlate, eliminando i motivi delle lamentele non si elimina la sofferenza. 

Il masochista ha la sensazione di fare uno sforzo eccezionale che però non è apprezzato dagli altri.

Da questo tipo di persone è difficile ottenere un’espressione sincera dei sentimenti negativi. Tutto è così inquinato dalla sfiducia che la persona finisce col non credere in se stessa e nei suoi miglioramenti.

La frase contenuta nel suo atteggiamento è: "Guarda come sono infelice, devi amarmi!"

Come conseguenza dei blocchi al suo flusso psichico/energetico, il masochista si muove per tentativi ed è esitante; i movimenti non sono diretti ed espressi con vigore ma selvaggi, sperimentali e indiretti.

La percezione di questo fenomeno induce il masochista a sentirsi un verme. 

Durante l’infanzia il soggetto è stato profondamente umiliato, è cresciuto in un ambiente ostile all’espressione dei sentimenti teneri, quindi non può che rispondere alla tenerezza degli altri con sospetto e sfiducia.

Il masochista lavora con l’intestino ma non con il cuore, il suo modello emotivo è quello della tensione e del risentimento, di sforzo e recriminazione.

La sua intelligenza è al servizio della sfiducia e svolge un ruolo perverso nella sua vita.

Il tratto più importante della struttura corporea masochista è il collo, i muscoli bloccano l’espressione degli impulsi che premono verso l’alto come il disprezzo e la nausea.

La tipica espressione è quella dell’innocenza, fino a quella di un’ingenua sorpresa con gli occhi spalancati.

Ogni bambino si aspetta l’approvazione e l’ammirazione che rafforzano il suo Io e lo rassicurano dell’appoggio del suo ambiente.

Una reazione positiva mette il bambino in grado di muoversi ai livelli più alti del funzionamento del suo Io, mentre una reazione negativa toglie la sicurezza necessaria per l’affermazione di sé e rende l’individuo dipendente dall’approvazione altrui.

Nell’infanzia il masochismo nasce dagli atteggiamenti di disapprovazione e di derisione ed è per questa ragione che il masochismo è associato all’autodenigrazione.

"Il masochista non nega la realtà come lo schizofrenico, né rifiuta la realtà quanto il carattere orale, egli accetta la realtà e nello stesso tempo la combatte, ammette la razionalità e nello stesso tempo vi oppone resistenza. 
Vive un conflitto che nessun altro carattere conosce" (Reich)