Promemoria per l'atterraggio




 



"Il modello di base di ogni paura e ansia 
è l'irritazione dell'ottavo nervo cranico, segnale di caduta" 
(Moshe Feldenkrais)




La disfunzione dell'apparato vestibolare è molto spesso l'espressione di due tendenze psichiche in conflitto tra loro, per cui le vertigini ricorrono in quasi tutte le nevrosi. 

Le vertigini sono un segnale di pericolo nella sfera dell'Io e si presentano quando l'Io non riesce a esercitare la sua funzione sintetica nei sensi, ma anche quando impulsi motori e posturali conflittuali connessi con desideri e pulsioni istintive non riescono a stare uniti.

Da un punto di vista analitico le vertigini sono importanti quanto l'ansia. 

L'apparato vestibolare è un organo la cui funzione si oppone all'isolamento e alla separazione delle distinte funzioni del corpo. 

Questo organo sensorio che riceve impressioni semi-consce e che induce a una motilità di tipo istintuale e primitivo, è molto sensibile alle emozioni e perciò svolge una parte importante nelle nevrosi e nelle psicosi. 

"Cambiamenti organici nell'apparato vestibolare si rifletteranno sulle strutture psichiche: non solo influenzeranno il tono muscolare, il sistema vegetativo e gli atteggiamenti del corpo, ma debbono anche cambiare tutto il nostro apparato percettivo, e perfino la nostra coscienza" (Feldenkrais)

L'ansia si è formata a partire da una serie condizionata di riflessi che sono la risposta innata alla caduta. 

Anche una minima eccitazione del ramo vestibolare del nervo uditivo è accompagnata da un aumento di tono dei muscoli flessori, da un arresto del respiro e da un'accelerazione del polso. 

In ogni riflesso si può distinguere la stessa successione di fasi: la reazione immediata che annulla o riduce l'effetto dello stimolo e l'effetto successivo che tende a eliminare l'alterazione prodotta dalla reazione nell'organismo per riportarlo allo stato originale. 

Allo stesso modo lo stimolo della caduta produce una perturbazione che mette in azione tutti i riflessi di raddrizzamento. 

Le sensazioni di paura e ansia dovute alla perturbazione della regione diaframmatica e cardiaca, sono effettivamente smorzate dal perdurare della contrazione generalizzata dei flessori e in particolare di quelli della regione addominale.

Il corpo che cade contrae i flessori per impedire al capo di sbattere contro il terreno e per rafforzare la colonna vertebrale inarcandola. 

Nell'adulto la stessa risposta gli fa abbassare la testa, lo fa rattrappire, gli fa piegare le ginocchia e arrestare il respiro. Gli arti vengono portati più vicini al corpo, davanti alle viscere, prive di protezione. 

Questo atteggiamento offre la miglior protezione possibile, e infonde un senso di sicurezza. Le contrazioni dei flessori, se mantenute, servono a ripristinare il normale stato di calma.


Il modello di contrazione dei flessori è ripristinato ogni volta che l'individuo ritorna all'auto-protezione passiva, o perché gli mancano i mezzi di resistenza attiva, o perché dubita della propria capacità di difendersi attivamente. 

I muscoli estensori o antigravitari vengono inibiti parzialmente. 

"Secondo la mia personale osservazione, tutti gli individui classificati come introversi hanno una qualche abituale rigidità degli estensori. 
La testa o le articolazioni dell'anca sporgono in avanti più del normale. 
La persona gira su stessa con movimenti indiretti e tortuosi, e non nel modo più semplice e diretto. 
Gli estroversi hanno invece una postura e un'andatura più erette" (Feldenkrais)