Come andare in bicicletta

 


"La vita è come andare in bicicletta, per mantenere l'equilibrio devi muoverti"

(Albert Einstein)


"L'equilibrio in sé è il bene"

(Haruki Murakami)






L’equilibrio è una qualità progressiva. 

Il suo segreto è il movimento, una sequenza ritmica e ordinata di oscillazioni e perdite di stabilità. Un coraggioso abbandono della certezza e un'entusiasmante conquista dello spazio in avanti. 

Come camminare, come andare in bicicletta.

Il movimento è questa sequenza di oscillazioni e l’equilibrio che ciascuno di noi ha nel rapporto col proprio Sé è fatto delle oscillazioni di una tormentosa incertezza che riempie il rapporto con gli elementi della vita.

Nell’osservazione psicologica clinica si nota l’accesso a un livello più sofisticato di funzionamento psichico quando l’Io si manifesta nella sua capacità di agire come forza negativa, capace di sottrarre, sgretolare e semplificare l’elemento relazionale interno, primordiale e contenitivo, cioè la Madre Interna.

All’inizio della sua formazione e nei momenti di forte stress, l’Io si comporta come se si relazionasse con uno spazio ampio, indifferenziato, onnipotente, che contiene tutte le forme di vita: la Madre Terra.

Quando comincia a evolvere e soprattutto nel corso di una psicoterapia, l’Io acquisisce la forza e la lucidità per suddividere questo spazio immenso e a parcellizzare gli oggetti in esso contenuti e la relazione che stabilisce con essi.

È un processo in continua evoluzione che potrebbe apparire sempre uguale a se stesso, motivo per cui alcuni pazienti si lamentano di non sentire miglioramenti nel percorso terapeutico, ma che a ogni oscillazione tra parcellizzazione e integrazione (Melanie Klein parla di Posizione Schizoparanoide [Ps] e Posizione Depressiva [D]), accede a un livello superiore di funzionamento della coscienza.

Questa coscienza, risultato di una sedimentazione di esperienze di natura paranoica e depressiva, sullo sfondo del quadro narcisistico tipico della costruzione dell’Io, non deve essere percepita dall’individuo.

La natura silenziosa della sedimentazione esperienziale è la garanzia di una corretta integrazione dell’Oggetto Estetico Interno con il resto della personalità.

Se così non fosse il paziente percepirebbe la presenza di nuovi elementi di natura autonoma e separata. Questa natura diventerebbe nel tempo causa di paure paranoiche e alienanti, riguardo al rapporto con gli elementi non digeriti in essa contenuti.

Il buon funzionamento dell’Io produce un equilibrato movimento in avanti, silenzioso e gradevole, come pedalare su una bicicletta la cui catena è stata ben lubrificata.

Il piacere legato a quest’esperienza è un piacere sensuale ed estetico, perché legato alla Madre Interna, che come sottolinea Donald Meltzer è un oggetto estetico.

I rapporti che si stabiliscono con questo oggetto-forma estetico e contenitivo, determinano le progressive forme dell’Io e la sua capacità di oscillare tra paranoia e depressione, senza cadere.