"Il linguaggio, prima di significare qualcosa, significa per qualcuno"
(Jacques Lacan)
"I confini del mio linguaggio sono i confini del mio mondo"
(Ludwig Wittgenstein)
Più di ogni altro tipo di carattere quello narcisista onnipotente è legato al passato.
Questo individuo è soprattutto un nostalgico che desidera la restaurazione di un impero ormai decaduto, il suo.
L’unità simbiotica dei primi mesi di vita è per il narcisista quel tempo mitico e leggendario nel quale ripone i suoi più intimi desideri.
“Un immenso aumento della fiducia in sé è al centro di tutti i fenomeni maniacali.” (Fenichel)
Questo aumento della stima di sé non trova riscontro nella realtà e può facilmente lasciare spazio alla depressione.
La depressione in questo caso è sempre un fenomeno secondario e se si riesce ad evitare l’esaltazione, essa non affiora.
Fenichel considera la depressione un fenomeno primario e afferma:
“Il carattere trionfante della mania nasce dalla liberazione di energia che era fino a quel momento incatenata nella lotta depressiva e che ora cerca di scaricarsi.”
Ma c’è da aggiungere che la depressione è una diminuzione dei processi energetici e della formazione degli impulsi (Lowen).
L’energia non cerca di scaricarsi (funzione genitale), sale invece verso la testa alla ricerca di un contatto col mondo.
Dato il grave blocco sulla strada del flusso energetico verso le braccia, segue quella infantile verso la testa e la bocca.
È questo che produce la volubilità del carattere orale nella fase di esaltazione.
“La mania non è libertà genuina dalla depressione ma un impacciato rifiuto delle dipendenze.” (Fenichel)
Nel carattere orale si percepisce la mancanza di indipendenza nonostante l’esagerata stima di se stessi.
A causa di un contatto scarso con il suolo (fino ad avere i piedi piatti), che è la controparte della mancanza psicologica di contatto con la realtà, si percepisce che questi individui sono tra le nuvole e con loro il contatto non si stabilisce mai completamente, essi si trovano quasi sempre con la mente da un’altra parte.
Nell’esaltazione il carattere orale ritorna a uno stadio infantile, come se si protendesse con la bocca verso il seno materno.
In questo stadio il bambino può abbandonarsi perché la sua forza è la forza del corpo materno che lo sorregge e lo nutre.
In questo abbandono prodotto dalla percezione di una forza simbiotica, la logorrea è la rappresentante simbolica della suzione.
Parlando, il carattere orale, cerca ammirazione e affetto, soddisfazioni narcisistiche.
Il linguaggio del carattere orale è spesso razionale e avveduto, fatta eccezione per l’immagine presuntuosa che offre del proprio Io.
Questi individui posseggono l’intelligenza chiara e semplice del bambino così come la sua tipologia di Io: prolisso, non cristallizzato e onnipotente.
L’investimento libidico dell’area della bocca produce anche comportamenti maniacali di altro genere come il fumo, il bere, le abbuffate (o al contrario una severa astinenza dal cibo), se non addirittura vere e proprie dipendenze autodistruttive.
Nel trattamento psicoterapeutico queste caratteristiche del carattere orale possono essere facilmente affrontate perché il soggetto ne è cosciente. Più difficile è il trattamento della depressione perché tende a tenerla segreta o a rimuoverla dalla coscienza.
Anche l’onnipotenza del suo pensiero è così radicata nella visione del mondo che tentare di modificarla durante la psicoterapia provoca forti reazioni negative.