"La grazia, più bella ancora della bellezza"
(Jean De La Fontaine)
La competenza si esprime attraverso gesti pieni di grazia. Acquisita questa forma dell'agire, il lavoro umano non è più così gravoso e il piacere è nell'esperienza di chi osserva e di chi compie quest'attività quotidiana.
La competenza è il risultato di talento e addestramento della mente e del corpo. I pensieri e i movimenti testimoniano l'andamento del training. La qualità del muscolo ileo-psoas si manifesta nella postura e nell’andatura.
Anche la posizione eretta, che rappresenta il grado zero del movimento bilanciato, pone delle richieste allo psoas.
In movimento, che si cammini o che ci si fletta, la superficie addominale (gli obliqui, oltre i retti) si adatta allo scivolamento elastico, senza ostacoli, che caratterizza i muscoli liberi.
Un test per mettere alla prova l’efficienza dello psoas, consiste nello sdraiarsi sulla schiena e stendere in alto le gambe. La parete ventrale (il retto addominale) si accorcia, si inspessisce, si indurisce e forma una collinetta.
Un personal trainer direbbe che è normale, mentre Ida Rolf avrebbe qualche obiezione.
Rolf direbbe che rappresenta la media, ma che non è normale: è lo schema causale.
La collinetta formata dall’addome significa che lo psoas è stato sopraffatto dai retti addominali.
Quando c’è una reciprocità psoas-retto, potete alzare le gambe in verticale senza che i retti si induriscano. Quando sarete in grado di farlo, i muscoli dello psoas avranno superato il loro esame di salute e svolgeranno con competenza il loro complesso lavoro.
In movimento, che si cammini o ci si fletta, la parete ventrale non si rigonfia e non si incurva, si ritrae.
Ciò produce una grazia sofisticata nei movimenti che è un distintivo di superiore personalità che gli dà infinite soddisfazioni e benessere fisico. Egli diventa consapevole di essere una persona integrata, tutt’uno col suo corpo.
Purtroppo lo psoas è spesso incapace di interpretare il ruolo che gli compete. Nell’individuo disorganizzato tende a essere strutturalmente retrocesso e incollato alla rima pelvica.
Di solito, non viene coinvolto nell’andatura di una persona.
L’allenamento a cui sono sottoposti gli atleti sottolinea il movimento ripetitivo dei muscoli esterni a spese di quelli interni (intrinseci); lo psoas, che si trova in una posizione più centrale di quella del retto addominale, soccombe più rapidamente all’esercizio improprio.
Camminando, correndo, ballando, compiendo qualunque attività motoria in cui siano coinvolte le gambe, di solito le persone si flettono accorciando il retto femorale.
L’abdicazione dello psoas in favore del retto femorale o del retto addominale è un fatto indesiderabile.
Lo psoas è unico sia per la sua struttura, sia per la funzione che svolge; nessun altro elemento miofasciale può farne le veci in modo soddisfacente.
Alcune fibre traggono origine dal tronco stesso, sul margine laterale della dodicesima vertebra dorsale. Quando il muscolo s’inserisce nel piccolo trocantere del femore (coscia), ha già rafforzato il tratto lombare, percorso la pelvi e attraversato il pube.
In questo modo lo psoas unifica il busto e la coscia.
La camminata bilanciata, vigorosa (in cui la gamba viene flessa tramite l’attivazione dello psoas, non del retto femorale) coinvolge tutto il corpo fin nel profondo. In una camminata di questo tipo, ogni passo ha inizio dalla dodicesima vertebra dorsale, non dalle gambe; le gambe si muovono di conseguenza.
"Quando un corpo bilanciato cammina, non sono le gambe a dare origine al movimento; le gambe fanno da sostegno e seguono il movimento. Il movimento inizia nel busto e si trasmette alle gambe tramite lo psoas" (Rolf)
