"Niente di ciò che abbiamo posseduto nella mente una volta, può andare completamente perduto" (Sigmund Freud)
"Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me"
(Groucho Marx)
Nell'analisi differenziale di un/una paziente comprendere che tipo di relazioni stabilisce è un'informazione significativa.
Capire se il soggetto mette in fila una serie di relazioni pubbliche e private oppure costruisce dei legami e si coinvolge nella vita degli altri, ci aiuta a entrare nel suo mondo e cercare di conoscere le leggi private, spesso inconsce che lo regolano.
Quando una persona tende a stabilire relazioni di controllo sugli altri, si pone nella condizione di possederli in modo onnipotente attraverso un’identificazione massiccia, piena di proiezioni e distorsioni che provengono da sentimenti personali (Klein).
Perché si possa rinunciare a questo controllo e affinché l’altro possa essere posto fuori dall’area dei fenomeni soggettivi dell'individuo, egli dev’essere distrutto in modo allucinatorio attraverso un processo di abbandono (Winnicott).
Quando l’altro, attraverso il suo ritorno e la sua presenza, testimonierà di essere sopravvissuto agli attacchi distruttivi allucinatori, sarà possibile una relazione in cui egli è reale e viene riconosciuto libero dal controllo onnipotente e forse poter costruire con lui un legame.
Percepita la realtà dell’autonomia dell’altro, l’individuo che controllava deve affrontare il senso di colpa, adeguato a ciò che è stato perduto.
Deve riconoscere ed elaborare la perdita, compresa la perdita dell’onnipotenza.
Il riconoscimento dei desideri distruttivi insieme al vissuto dei sentimenti angoscianti di perdita, permettono di portare avanti la riparazione.
La riparazione spesso prende la forma del perdono, dato che per poter riparare la relazione con l’altro, l’individuo deve sentirsi capace di perdonare ed essere perdonato.
Per poter crescere deve perdonare gli altri per le ingiustizie che gli hanno fatto subire e può farlo solo se è convinto di essere lui stesso perdonato per ciò che ha fatto e per ciò che ha desiderato fare.
"Nessuno che non abbia perdonato può aspettare di sentirsi perdonato.
Ciò significa che il desiderio di vendicarsi degli altri rimane attivo, e il sentimento che l’altro chiede ancora vendetta e non ha perdonato.
Solo quando l’Ideale personale diventa meno crudele e l’Aspettativa meno esigente, l’individuo diventa capace di accettare che le cose non siano perfette o perfettamente riparate, può accettare il compromesso, perdonare ed essere perdonato e sperimentare la gioia e la gratitudine." (Rey)
La prima vittima di un Ideale onnipotente e crudele è l’individuo che ne è portatore.
Egli si ritiene imperdonabile, le sue colpe gli appaiono infinite e devastanti, la sua capacità di entrare in relazione insufficiente e mostruosamente distorta.
Questa incessante attività auto-vessatoria inconscia è il primo ostacolo che chiunque desideroso di crescere trova sulla sua strada.