"Chi scorge una differenza tra spirito e corpo, non possiede né l'uno né l'altro"
(Oscar Wilde)
"La mente è ovunque nel corpo"
(Eugenio Gaddini)
Il cervello emotivo s’identifica col sistema limbico: setto, amigdala e ippocampo. Queste stazioni cerebrali si trovano in stretto contatto con il talamo e l’ipotalamo.
Il talamo rappresenta la prima, primordiale stazione di elaborazione delle afferenze; l’ipotalamo è una centrale di trasduzione dei fenomeni psichici in vividi fenomeni corporei:
si trova qui il cervello del sistema neurovegetativo e da qui parte l’asse diencefalo-ipofisario, che trasforma le attività di alcuni neuroni in secrezioni ormonali.
Le funzioni diencefaliche comprendono la regolazione dell’assunzione di cibo e di acqua e la regolazione della temperatura corporea.
Tutti questi sistemi neurali sono legati da una parte a sensazioni e programmi elementari e dall’altra si presentano come dispositivi corporei.
Oltre la barriera diencefalica, fino a qualche tempo fa, veniva ipotizzato un apparato di regolazione automatica, il regno dello psicosomatico.
La teoria medica classica affermava che gli stimoli psichici giungessero agli organi attraverso un sistema di fili secondo una logica binaria, in grado di trasmettere una stimolazione adrenergica (simpatica) o colinergica (vagale).
Quarant’anni fa questa descrizione si è complicata immensamente.
Per via della scoperta di una cinquantina di neurotrasmettitori e neuropeptidi cerebrali attivi, per cui la scheda biochimica di vari eventi cerebrali e la loro sequenza, può prevedere milioni di possibili sentieri chimici che si ramificano nel cervello per qualche millisecondo.
Una rivoluzione ancora più fondamentale è stata portata dalla terza generazione di studi, comparsi negli ultimi vent’anni con la scoperta di recettori per neurotrasmettitori sulle cellule immunitarie.
Le sostanze che veicolano informazioni fra le cellule nervose, una volta riversate nel torrente circolatorio sono in grado di dialogare con cellule periferiche somatiche come i linfociti.
Cosa altrettanto sorprendente, i linfociti hanno la possibilità di sintetizzare neuropeptidi e far giungere messaggi alla sostanza nervosa.
I linfociti costituiscono un apparato sensoriale che sente, indaga, risponde al livello degli ambienti interni.
Il sistema immunitario perde così l’immagine militaresca che la medicina moderna gli aveva dato, divenendo un modello di sistema cognitivo nel quale si parla di memoria e riconoscimento.
Il concetto di mente si allarga: non più confinata alla sostanza nervosa, essa sfuma in un’interrelazione di parti corporee che si scambiano informazioni.